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Profughi, VIDEO della mostra alla Casa Museo Spazio Tadini

Sessantotto artisti contemporanei hanno cercato di raccontare di cosa siamo profughi oggi in una mostra suggestiva che tocca varie tematiche. Il video e i grandi trittici di Emilio Tadini sono in esposizione fino al 13 luglio presso la Casa Museo Spazio Tadini in via Jommelli, 24 a Milano.

Un percorso emozionante, un viaggio che parte dalla riflessione sulla condizione dell’uomo di Emilio Tadini, dalla sua considerazione che tutti gli uomini sono destinati nella loro vita a diventare prima o poi profughi, a perdere le loro certezze, a dover ricominciare.

profughi a spazio tadini: Marina Carboni

Ellis Island, Immigration Museum di New York. Chi lo ha visitato, riconosce. Queste poche valige descritte nel mio quadro, si moltiplicano nella realtà di allora e di oggi. Cumuli di bagagli abbandonati, ricchi di poche cose e di tutto per chi le possedeva. Ora sono lì, inaccessibili e protette da bacheche di vetro, testimoni di chi è sparito senza un perché senza poterle più recuperare, forse morendo oppure no ma certo scomparendo. Ieri come oggi. Ieri noi, italiani, oggi voi, mai solo “gli altri”. C’era una volta l’America e l’America è diventata il nome simbolo di ogni luogo che ci può far sperare una vita migliore. E’ un quadro con poco colore. Avrei voluto poter raggiungere un risultato valido con un’immagine esclusivamente in bianco e nero come le fotografie di allora ma il colore, anche se scarso e misurato, è entrato in punta di piedi e si è rivelato indispensabile.

www.marinacarboni.it

Marina Carboni – LA SINTESI DEL CERCHIO in mostra a Spazio Tadini

Valigie di Cartone di Marina Carboni

Ellis Island, Immigration Museum di New York. Chi lo ha visitato, riconosce.

Queste poche valige descritte nel mio quadro, si moltiplicano nella realtà di allora e di oggi. Cumuli di bagagli abbandonati, ricchi di poche cose e di tutto per chi le possedeva. Ora sono lì, inaccessibili e protette da bacheche di vetro, testimoni di chi è sparito senza un perché senza poterle più recuperare, forse morendo oppure no ma certo scomparendo.

Ieri come oggi. Ieri noi, italiani, oggi voi, mai solo “gli altri”. C’era una volta l’America e l’America è diventata il nome simbolo di ogni luogo che ci può far sperare una vita migliore.

E’ un quadro con poco colore. Avrei voluto poter raggiungere un risultato valido con un’immagine esclusivamente in bianco e nero come le fotografie di allora ma il colore, anche se scarso e misurato, è entrato in punta di piedi e si è rivelato indispensabile.

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