Tutti gli articoli di federicapaola

Coreografa, danzatrice, fondatrice di OpificioTrame Socia di Spazio Tadini

Ludovico Balena, News from Nowhere Mostra fotografica

Spazio Tadini Casa Museo presenta i primi due capitoli del progetto “News from Nowhere”: una mostra fotografica ed una piccola pubblicazione.

News from Nowhere” è un progetto a lungo termine, un’idea di Ludovico Balena, giovane fotografo emergente, e Federicapaola Capecchi, curatrice di fotografia.

News from Nowhere è un racconto silenzioso” – scrive Federicapaola Capecchi – “una sorta di prologo, dove il ‘non luogo’ non è inteso come spesso avviene, cioè come luogo abbandonato. Al contrario questo ‘nowhere’ è un senso di inadeguatezza, di non appartenenza alle cose, ai luoghi, alle città“.

“La fotografia, per me, gioca moltissimo su un vago senso d’indefinita nostalgia“ Ludovico Balena

News from Nowhere, Ludovico Balena


C’è, evidente nelle fotografie di News from Nowhere, la ricerca di un adeguato silenzio, interiore ed esteriore, che permette di medicare con cura e pazienza una frattura emotiva che spesso ci sembra trasformarci in estranei in casa propria” prosegue Federicapaola Capecchi

Ma il mondo è casa. In spazi e colori apparentemente anodini, la fotografia diviene, tra le altre cose, comprendere, riconoscere, riappropriarsi del mondo che ci circonda.

News from Nowhere, Ludovico Balena

News from Nowhere si sofferma su luoghi del vivere. Ludovico Balena vuole essere “neutrale” per restituire un’immagine con il minimo coinvolgimento .

La pubblicazione – a cura di Federicapaola Capecchi e di Eva Zamboni (photoeditor e photo consultant)- è una sorta di controcanto, inteso nel senso proprio del linguaggio musicale.

Con questa pubblicazione ci siamo immersi completamente nel silenzio assordante che le immagini di Ludovico Balena evocano e abbiamo ripercorso i suoi passi attraverso luoghi a cui sente di non appartenere ma che contengono elementi che inevitabilmente ci raccontano delle storie” – scrive Eva Zamboni – “Storie che parlano di un apparente distacco formale e che in realtà celano un tentativo di connessione con un mondo che ci restituisce un ambiente che ci lascia disorientati. Una casa inserita in un contesto urbano che la fa sembrare ormai completamente fuori luogo, una chiesa dalle connotazioni quasi aliene, luoghi abbandonati che ancora portano la memoria di un passato glorioso e frenetico o terribile e da dimenticare: qual’è il filo che lega tutto ciò? Una visione, un’intenzione, una necessità. La ricerca di una misura fra l’autore e il mondo e la scoperta che quella misura è il gesto creativo”.

La pubblicazione sarà disponibile e presentata al pubblico venerdì 3 dicembre 2021 alle ore 19

L’apertura al pubblico della mostra è venerdì 19 novembre 2021 alle ore 18:30

L’opening sarà un’occasione di confronto e dialogo diretto con Ludovico Balena, ma anche con Federicapaola Capecchi ed Eva Zamboni. Un’inaugurazione dove soffermarsi, oltre che davanti alle foto esposte, anche attorno “al tavolo di lavoro”, dove un altro editing è in corso per la prossima tappa del progetto, dove cercare di addentrarsi anche nel mondo del colore di Ludovico Balena, come della composizione e della post produzione.

La Casa Museo Spazio Tadini, fondata da Francesco Tadini e Melina Scalise, e di cui Federicapaola Capecchi fa parte dal 2009, si distingue da anni nel panorama milanese per la viva e nutrita serie di esposizioni e iniziative legate al mondo dell’arte e della fotografia, sempre con un occhio particolarmente attento per i giovani come per le realtà emergenti.

Tra le più recenti l’apertura, al suo interno, dello Sport Photography Museum, realtà unica a livello europeo. In occasione dell’opening di News from Nowhere sarà dunque possibile anche visitare SPM.

NEWS FROM NOWHERE

Mostra fotografica di Ludovico Balena

Un’idea di Ludovico Balena e Federicapaola Capecchi

Venerdì 19 novembre 2021 – ore 18:30

INGRESSO CON GREENPASS – OBBLIGO DI MASCHERINA PER LA PERMANENZA ALL’INTERNO

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO: museospaziotadini@gmail.com

INFORMAZIONI PER LA STAMPA: federicapaola@gmail.com

PRENOTAZIONE VISITE GUIDATE: museospaziotadini@gmail.com (le visite guidate avvengono con la curatrice della Mostra, il sabato pomeriggio alle 16:30 e su appuntamento – € 8)

Nonostante tutto mostra fotografica di riccardo bononi

Fotogiornalismo a Spazio Tadini Casa Museo. Venerdì 24 gennaio 2020 inaugura la mostra fotografica personale di Riccardo Bononi “Nonostante tutto.

A cura di Federicapaola Capecchi, propone una selezione di 4 reportage frutto di 10 anni in Madagascar: Generation Graveyad, The Red Island and the Black Death, The Cities of Flies e Una belle vie, une belle mort.

Riccardo Bononi – Graveyard Generation @Irfoss-Prospekt

Quarantatre fotografie di una forza tagliente e con un grande carattere che propongono un’attenta analisi antropologica, una sottile e impegnativa cronaca sociale, etica e un lieve quanto determinato invito ad un’umanità possibile. Perché nonostante tutto, si può e si deve vivere. Solo uno dei tanti insegnamenti di questi reportage.

Generation Graveyad racconta di una generazione di bambini e adolescenti divenuti orfani in seguito al colpo di Stato del 2009, che hanno trasformato il cimitero monumentale della capitale nella loro casa, dove vivono tutti insieme come una grande famiglia.

The Red Island and the Black Death analizza un fenomeno ciciclo in Madagascar, la peste bubbonica e polmonare. Da quasi un secolo affligge il Paese e Riccardo Bononi ne indaga le cause e le conseguenze sulla popolazione.

The Cities of Flies racconta della “Città delle mosche”, la più grande discarica a cielo aperto forse mai vista al mondo. Ne descrive la vita al suo interno: cimitero per gli indesiderati e Casa per chi è stato abbandonato dalla società.

Riccardo Bononi – Graveyard Generation @Irfoss-Prospekt

Una belle vie, une belle mort  è il libro di Riccardo Bononi capace di contenere e veicolare tutte queste analisi, cronache e riflessioni e che pone un’arguta, acuta e penetrante – quanto affascinante – provocazione: “Potresti immaginare un mondo in cui l’idea stessa della morte non esiste? Dove gli uomini non sono spaventati dalla morte e dai tabù ossessivi riguardanti la mortalità umana? L’antropologo britannico Geoffrey Gorer ha scritto di come la morte sia diventata “pornografica” per noi occidentali, un contenuto osceno da cui proteggere i bambini. La paura associata alla morte è sempre stata considerata un universale culturale nel tempo e nello spazio: <Gli uomini temono la morte>, e questa convinzione non è mai stata messa in dubbio. Tuttavia questa verità viene meno in Madagascar, dove il Culto degli Antenati è la religione di stato: un mondo agli antipodi, dove i vivi e i morti intrattengono discussioni, condividono esperienze e spazi domestici, dove i bambini giocano tra i cadaveri e la morte non è mai considerata come antitetica alla vita”.

Riccardo Bononi – Graveyard Generation @Irfoss-Prospekt

Come antropologo culturale, Riccardo Bononi ha vissuto per dieci anni a stretto contatto con il popolo malgascio, nelle loro case e nelle loro tombe, immergendosi completamente con le loro usanze, linguaggi e tradizioni peculiari, condividendone tanto la vita quotidiana, quanto la quotidianità della morte.

Un fotogiornalista capace di dare corpo e voce, con intelligenza e in modo penetrante, a storie non solo di estremo interesse antropologico” – scrive la curatrice della mostra Federicapaola Capecchi – “ma che sono anche dei veri e propri insegnamenti. Fotografie che narrano in modo veritiero, con acume di indagine e riflessione, le vicende. Una sintesi, splendida e drammatica al tempo stesso, di vaste problematiche e distonie … la disperazione, il silenzio, la ferocia, l’idifferenza e le invincibili e ataviche – o moderne? – paure della nostra società. Al tempo stesso, una vera e propria speranza ed elogio della bellezza. In ognuno di questi reportage, nonostante tutto, emerge in modo forte come solo accettando la crudeltà saremo capaci di perseguire la bellezza. Altrettanto, di fotografia in fotografia, taglia e fende colpi precisi e ben assestati, un senso di liberazione, a tratti, di resurrezione. Un uomo, Riccardo Bononi, capace, attraverso il mezzo fotografico, di spalancare un orizzonte nuovo, un punto di vista al quale, forse, non giungeremmo da soli, ma che la fotografia cattura, quel punto di vista e capacità di porgerlo, che prende forma nella critica sociale, graffiante e incisiva, che sposta il “fuoco” (e le parole) del discorso, e la visione delle cose”.

Riccardo Bononi – Biografia

Laureato in due distinte branche delle scienze sociali (psicologia e antropologia), dal 2010 è ricercatore e docente di Antropologia Visuale presso l’Istituto Ricerca e Formazione nelle Scienze

Sociali (Irfoss) di Padova, dal 2015 entra a far parte dell’agenzia fotografica internazionale Prospekt Photographers. La scelta di associare la fotografia alla sua attività di ricerca sul campo lo ha portato a lavorare in Africa, Sud America, Sud Est asiatico, India, Europa e Stati Uniti. Dal 2006 ha cominciato ha lavorato come antropologo in Madagascar, dove sta ancora portando avanti un progetto a lungo termine su importanti tematiche sociali. Già curatore di numerosi percorsi di fotografia etnografia in collaborazione con le istituzioni accademiche, le sue immagini sono state pubblicate su numerose testate nazionali ed internazionali ed esposte a Londra, Parigi, Berlino, Pechino, Lishui, Bucarest. Il suo lavoro sulla lucha libre femminile in Bolivia gli è valso il primo premio ed il titolo di “Miglior Fotografo dell’Anno” (categoria Professional, sport) ai World Photography Awards 2015.

Nella sua visione, la fotografia documentaria e molto di più di un semplice strumento di descrizione della realtà: è la base per un linguaggio universale, un ponte tra popoli e luoghi diversi capace di superare i confini invisibili tra culture.

NONOSTANTE TUTTO

RICCARDO BONONI

MOSTRA FOTOGRAFICA

A CURA DI FEDERICAPAOLA CAPECCHI

DAL 24 GENNAIO AL 23 FEBBRAIO 2020

CASA MUSEO SPAZIO TADINI

SEDE DI PHOTOMILANO

VIA NICCOLò JOMMELLI 24, 20131 MILANO

GIORNI E ORARI APERTURA MOSTRA:

DAL MERCOLEDì AL SABATO DALLE 15:30 ALLE 19:30 – DOMENICA SOLO SU APPUNTAMENTO – LUNEDì E MARTEDì CHIUSO

VISITE GUIDATE SABATO POMERIGGIO ON PRENOTAZIONE A FEDERICAPAOLA@GMAIL.COM

EVENTO COLLEGATO ALLA MOSTRA

UNE BELLE VIE UNE BELLE MORT

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI RICCARDO BONONI

MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2020 ALL’INTERNO DEI “DIMERCOLEDì” DI PHOTOMILANO – ORE 19:30

WWW.PHOTOMILANO.ORG

INFORMAZIONI PER LA STAMPA: FEDERICAPAOLA CAPECCHI, FEDERICAPAOLA@GMAIL.COM +39 347 7134066

FOTOGIORNALISMO-REPORTAGE A SPAZIO TADINI CASA MUSEO

The Melancholy of shadows di Moises Saman A cura di Chiara Oggioni Tiepolo – Ideazione e coordinamento Daria Bonera (giugno 2010)

Afghanistan e Libia Martyrs del fotoreporter Riccardo Venturi (febbraio 2016) a Cura di Federicapaola Capecchi

Francesco Cito e la fotografia di reportage (febbraio 2017) a Cura di Federicapaola Capecchi

(espongono anche 8 giovani Hermes Mereghetti, Simone Margelli, Andrea Brera, Luca Monelli, Gianluca Micheletti, Massimo Allegro, Virginia Bettoja, Stefania Villani)

Berengo Gardin e 8 fotografi per Photofestival Milano 2017 (aprile2017)a Cura di Federicapaola Capecchi

Placespast di Giovanni Mereghetti (gennaio 2018) a Cura di Federicapaola Capecchi e Francesco Tadini

Dal reportage al sogno di Graziano Perotti (marzo 2018) a Cura di Federicapaola Capecchi e Melina Scalise

Siria: storie di fuga e accoglienza di Simone Margelli (febbraio 2019) a Cura di Federicapaola Capecchi

Va tutto bene di Andrea Simeone – mostra inserita in PhotoFestival 2019 – (maggio 2019) a Cura di Federicapaola Capecchi

IMAGO Mostra fotografica di Pio Tarantini dal 21 settembre al 14 ottobre 2011

Inaugurazione mercoledì 21 settembre 2011 – ore 18.30 

Con questo lavoro, “Imago”, Pio Tarantini scrive il capitolo più recente di una ricerca artistica dal percorso quasi circolare, cominciato sin dagli anni settanta, quando realizza i suoi primi studi, in bianco e nero, sulla figura umana ripresa con il “mosso” fotografico che ne accentua la precarietà della visione. Influenzato in quel periodo della sua giovinezza dalla drammaticità della pittura visionaria e altissima di Francis Bacon, coltiverà sempre una predilezione per la figura umana “mossa”, presente in molti suoi lavori nell’arco di più di trent’anni di ricerca.

L’uomo sul palcoscenico del mondo, in questa chiave visionaria e precaria, trova quindi spazio e sintesi in molte opere di Tarantini presenti e caratterizzanti suoi progetti espositivi ed editoriali precedenti: da “Il passato e i Pensieri” (1985) a “Studi sul mosso” (2002), a “L’ombra del vero” (2003) fino a “Scenari” (2006).

In questa esposizione presso lo Spazio Tadini di Milano Tarantini presenta una selezione di opere, in gran parte realizzate negli ultimi anni, divisa in due gruppi principali: da una parte opere della sua ricerca sulla figura umana che diventa protagonista assoluta, scandagliata, scomposta, “traccia” di vita in contesti minimali, quasi astratti; e dall’altra opere in cui la traccia della figura umana è inserita all’interno di un discorso visivo più vasto e contestualizzato, dove il paesaggio o l’ambiente rivestono un ruolo importante.

Le figure lasciano una traccia riconoscibile e nello stesso tempo sfuggente, complessa, quasi a sottolineare una dilatazione del tempo, il contrario della “cristallizzazione” tipica della fotografia. Tarantini fotografa la vita che passa: “Tutto scorre” (le figure mosse) e, nello stesso tempo “Tutto è” (i pochi elementi fissi di contesto).

Dal 21 settembre al 14 ottobre 2011, da martedì a sabato, ore 15.30 – 19

SPAZIO TADINI, Via Jommelli 24 – 20131 Milano – Tel. 02.26 82 97 49

SITO DELL’ASSOCIAZIONE www.spaziotadini.it

SITO DELL’ARTISTA