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Un legame sottile di Paola Cosmacini

27 febbraio ore 20 Casa Museo Spazio Tadini – Un legame sottile, madame Boivin, monsieur Tarnier e l’ostetricia di Paola Cosmacini è il primo libro e incontro sul femminile, in particolare sul lavoro delle donne, alla Casa Museo Spazio Tadini, che quest’anno dedica la mostra di Emilio Tadini alla figura femminile (Parlami di lei: teneAmente forte dal 28 febbraio) aderendo al palinsesto del Comune di Milano I talenti della donne.

Cominceremo con un’anteprima alla mostra di Tadini che inaugura il giorno dopo che pone al centro la figura femminile partendo da un triccio intitolato “Il pittore del parto e le donne fecondanti” e con il mestiere più antico praticato dalle donne ovvero la levatrice, la “mammana”, l’ostetrica, colei che sapeva far nasce i bambini.

L’incontro si svolge a cura del Rotary Club Milano Precotto San Michele e di PharmaExtracta. Ne parleranno l’autrice Paola Cosmacini, Nadia Rovelli, presidente dell’ordine della Professione Ostetrica Interprovinciale di Bergamo, Cremona e Lodi, Milano, Monza e Brianza e docente alla Bicocca, Gianalfredo Franzoni, ostetrico e ginecologo presso la Clinica Mangiagalli, Lucia Vaselli, psicologa e psicoterapeuta, Antonio Canino ostetrico e ginecologo del Niguarda e con master di secondo livello in sessuologia clinica, nonchè Presidente del Rotary Club Milano Precotto San Michele.

La presentazione e il dibattito si promettono dunque interessanti su un tema di interesse collettivo. Il libro si sviluppa attorno a una storia.

Una storia francese del XIX secolo su un aspetto fondante della vita: il venire al mondo, la nascita, il nascere. Nella provincia rurale e soprattutto a Parigi si viene guidati in angoli talora ancora presenti e da riscoprire. E attraverso le vite e le opere di Marie-Anne Boivin e di Stéphane Tarnier si ricostruisce un passaggio epocale del modo di nascere: da arte secolare sviluppata nella pratica, tutta al femminile, delle levatrici ai primi apporti della nascente specialità ostetrico-ginecologica, subito rigorosamente difesa dal monopolio della scienza medica maschile. Una indagine storica, che porta l’attenzione sul ruolo delle donne, svolta con la sensibilità di un medico donna. Ma anche un movimentato racconto fatto di ricerche e di rimandi letterari, scritto con l’intento di portare un particolare aspetto della storia della medicina alla ragione, ma anche al cuore di chi legge“.

LIbri: Une Belle vie une belle mort di Riccardo Bononi

Un Iibro di fotografia e un viaggio alla scoperta di un modo di documentare, studiare e conoscere il 5 febbraio 2020 alle ore 19.30 alla Casa Museo Spazio Tadini dove si svolge la mostra di Bononi “Nonostante tutto”. Ingresso gratuito.

L’appuntamento settimanale con la fotografia a Spazio Tadini a cura di PhotoMilano, Di Mercoledì, sarà arricchito dall’apporto di un autore fotografo e antropologo che attraverso i suoi scatti mostra e racconta luoghi e costumi del vivere.

Il grande oceano di Alborghetti

Giovedì 16 gennaio alla Casa Museo Spazio Tadini alle ore 20 si presenta il libro di Elisabetta Alborghetti “Il grande oceano”. L’iniziativa è curata dal Rotary Club Milano Precotto San Michele di cui l’autrice è membro e la presenta Antonio Canino che ne è il presidente.

Il romanzo ci porta a riflettere sul tema della morte, argomento con il quale l’uomo contemporaneo difficilmente accetta un confronto perché oggi è molto concentrato nel raggiungere il mito dell’eterna giovinezza vivendo in realtà un’eterna illusione.

La morte è un accadimento necessariamente individuale, ma questo non dovrebbe portare a viverlo in solitudine. Tuttavia questo a volte accade perché non è raro trovare persone, anche amici, che non riescono più a relazionarsi con chi è vicino alla morte.

Heidegger scriveva che la “vita autentica” è quella che vede l’uomo vivere per la morte e quindi che ha sempre ben presente il senso della fine. Un principio per cui l’uomo ridimensiona se stesso ponendosi in relazione con gli altri accettando il limite, riconoscendone le debolezze e l’essere parte integrante di un tutto. Questo significa ribaltare la visione contemporanea del vivere e attribuire un senso alla vita che parte dal dare un senso alla morte. L’autrice è chiaro che si pone il problema del senso della morte nella società.

Nel libro si narra di una persona malata che nel momento di affrontare la morte viene soccorsa da una dama, una figura simbolica che le fa compagnia per sette sere. Questo viene ritenuto un tempo sufficiente per prendere consapevolezza e superare paure.

Si legge nella presentazione del libro :”Il romanzo ha un risvolto surreale che si legge come una favola e che alla fine lascia più fiduciosi e sorridenti. Il tocco è lieve, ma l’approccio è profondo, provocatorio, avvincente e coraggiosamente pratico”.

RECENSIONI

Paolo Testa:“Un libro che mi ha rasserenato e accompagnato delicatamente in una storia di crescita bella e avvincente. Niente di deprimente o rattristante qui dentro. Anzi. Mi sono ritrovato piú fiducioso e sorridente. La trama è intrigante e scorrevole e i personaggi ricchi di fascino. Una bella favola che mi ha aiutato a confrontarmi con le mie paure” 5 stelle

Marta Piccoli: “Ho trovato stupendo, da 10 e lode ” Il Grande Oceano” per delicatezza, profondità e misura, equilibrio e sobrietà insieme. Mi farebbe piacere conoscere, sapere di più dell’autrice e le chiedo gentilmente di tenerne per me ancora una copia  da regalare ad una persona a me cara”

L’autore

Elisabetta Alborghetti, milanese, è laureata in Lingue e Letterature straniere. Parallelamente alla carriera lavorativa, coltiva diverse passioni che la portano agli studi di grafologia, canto lirico e corale, fonologia e recitazione in lingua inglese. Si diploma in counselling (rogersiano) e per 12 anni presta opera di volontariato in un centro di ascolto. Il Grande Oceano è il suo primo romanzo. Per lo stesso editore a dicembre 2019 è uscito il suo secondo romanzo Senza mezze misure, storia di una donna indomabile e della sua rinascita.