Domenica 2 giugno 2019, alle ore 19, @Spazio Tadini
Casa Museo Incontro con l’Autore.
Federicapaola Capecchi, curatrice della Mostra “Va Tutto bene” presenta Andrea Simeone fotografo autore dei sei
reportage in mostra.
campo ASHTI di Displaced, nei pressi di Arbat, Kurdistan iracheno, Foto Andrea Simeone
E insieme conducono
l’incontro “RIFUGIATI
E RIFUGIANTI”.
Prendendo
spunto dal racconto dell’Alto Commissario per i Rifugiati, Filippo Grandi,
racconteremo qualche storia dei campi profughi di Arbat. Ci faremo aiutare da
qualche video girato in Iraq e in Bangladesh, e guarderemo insieme qualche
altra fotografia delle storie esposte in mostra.
Le
difficoltà della gente comune, le differenze pratiche fra essere Sfollati o
Rifugiati.
Un
finissage all’insegna dell’approfondimento, fil rouge della mostra.
Per tutta la giornata di Domenica 2 giugno 2019, dalle 15:30, sarà allestito a Spazio Tadini Casa Museo uno Speaker’s Corner – format che Federicapaola Capecchi realizzò nel 2011 in occasione della Presentazione della Carta Mondiale dei Migranti -. Ispirato ovviamente all’angolo di Hyde Park a Londra luogo di discorsi e dibattiti pubblici, vuole riprodurre e attuare l’esempio del concetto di libertà di espressione e di opinione. Qualsiasi persona potrà presentarsi senza essere annunciata e parlare. L’invito ad aderire a questo spazio di dialogo e comunicazione è rivolto davvero a tutti, dagli immigrati, ai rifugiati, ai cittadini milanesi, a chiunque si senta profugo di qualcosa o in qualche modo. Ogni singolo discorso, previa autorizzazione, verrà registrato e poi sbobinato e riportato sul network – sia di Spazio Tadini che di Andrea Simeone- relativo alla Mostra.
Tutto questo, in linea e inserito nella splendida cornice della Mostra “Profughi” di Emilio Tadini a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise, sarà occasione anche per vedere i grandi trittici del ciclo Profughi di Emilio Tadini guidati dalle parole di Melina Scalise che vi porterà per mano nella poetica di Emilio Tadini.
Vi aspettiamo, sarà un finissage diverso. Cercando di andare, concretamente, oltre le parole che dividono per trovarne altre, nuove, che uniscano.
Mercoledì 8 maggio 2019, alle ore 18:30, apre al pubblico la Mostra fotografica “Va tutto bene” di Andrea Simeone a cura di Federicapaola Capecchi: sei reportage, video, testi e incontri. La mostra fa parte di PHOTOFESTIVAL 14TH In mostra stampe, provini a contatto, strutture verticali dove le fotografie escono dalle cornici per avvolgere e coinvolgere lo spettatore, stampe in piccolo formato Ipad dove gli hashtag stondano le nostre rigide convinzioni di sapere davvero cosa succede nel mondo, video, testi. Una articolazione narrativa anche visiva, che metta in discussione la barriera dell’opinione diffusa.
campo ASHTI di Displaced, nei pressi di Arbat, Kurdistan iracheno, Foto Andrea Simeone
A 20 mm da te, Rohingya, Not to be forgotten, This is my home, The Path, SleepingAfter Ebola, sono alcuni dei Reportage in mostra. Una selezione accurata di alcuni importanti lavori di Andrea Simeone per interrogarsi e riflettere su tematiche sempre attuali e importanti. Una scelta narrativa di fotografie, in trame di racconto diretto, per mettere in risalto la capacità della fotografia di reportage di essere strumento di indagine e approfondimento; di farsi domanda, scrittura, ricordo, racconto, informazione capace di far oltrepassare barriere e preconcetti. Un percorso che ci porterà a Sulaymaniyah nel Kurdistan Iracheno. Entreremo nel complesso di Amna Suraka, che tradotto significa checkpoint rosso, un complesso di edifici dove la Mukhabarat, agenzia di intelligence di Saddam Hussein, ha detenuto e torturato migliaia di curdi dal 1986 al 1991.
sleeping after ebola, Andrea Simeone
Ci muoveremo da Sulaymaniyah verso Halabja, nei campi profughi di Arabat, dove vivono Curdi, Iracheni, Siriani, Arabi, Yazidi, religioni diverse, culture diverse. Dove gli sfollati iracheni per legge non possono modificare le tende e i rifugiati siriani hanno la facoltà di rendere la casa più accogliente; entrambi vivono, però, nella stessa gelida pianura d’inverno e torrida d’estate. Muoveremo i nostri occhi in lembi di terra che oggi ormai 30.000 persone chiamano comunque casa. Capiremo cosa è davvero un lebbrosario così come l’ebola. Ci chiederemo, dinanzi ad un volto a 20 mm da noi, che cosa è un sorriso in un campo profughi e ci prepareremo con i Rohingya all’arrivo della stagione delle piogge.
campo ASHTI di Displaced, nei pressi di Arbat, Kurdistan iracheno, Foto Andrea Simeone
In mostra una storia di immagini in relazione all’uomo, l’uomo che agisce e risponde; in relazione al corpo. Perché “ […] il corpo è il luogo delle immagini […]”Hans Belting
“Reportage. Oggi. Nel mondo. Andare incontro ad un territorio, a persone, a militari, a volontari. Scoprire e ascoltare storie. Saperle poi riportare. Sollevando dubbi. Nessuna verità da spacciare a buon mercato, ma domande da porsi. Fotografie da guardare e non solo da vedere, fino a comprenderle. Fino a volersi interrogare anche sui meccanismi che impongono a determinati territori, ciclicamente, guerre, povertà, fame e analfabetismo” – scrive Federicapaola Capecchi, curatrice della mostra – “Una mostra che attraversa alcuni degli ultimi reportage di Andrea Simeone per cercare di tessere la trama di un unico racconto, quello degli uomini, che siano vittime, carnefici, volontari. Gli uomini che faticano ogni giorno un universo, praticandone le improbabili rotte. Una mostra che vuole porre l’accento sulla conoscenza più che sulla sensazione. Motivo per cui ruolo da protagonista, oltre alle fotografie, lo hanno testi e video. L’obiettivo è stimolare e comprendere, non emozionarsi o commuoversi. L’obiettivo è nessun pietismo ma solo una voglia di reazione, di cambiare il corso delle cose”.
A 20 mm da te, Andrea Simeone
La mostra è collegata alla esposizione Profughi – ciclo pittorico di Emilio Tadini – nel Salone principale della Casa Museo, a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise, che prosegue fino al 30 giugno 2019.
Andrea Simeone da anni collabora con equipe mediche in zone disagiate, da Bucarest fino a Calcutta, approfondendo il Bangladesh, mettendo a disposizione la propria professionalità a ONG, Onlus, associazioni, enti, missionari. Questo gli ha permesso di avere accesso a zone di difficile ingresso, dagli slum, ai bordelli, dai centri di accoglienza di ragazzi di strada ai campi profughi. Ha collaborato con Emergency, AVSI, AnandaOnlus, Kisedet, AdmOnlus, Hiwa Hospital di Sulaymaniyah, St Gaspar di Itigi, su progetti inIndia, Bangladesh, nel Kurdistan Iracheno, in Tanzania, in Sierra Leone. Nella fotografia ho compiuto anche reportage sociali a Napoli, e in giro per le città italiane, approfondendo gli ideali di bellezza, la pulsione al possesso degli oggetti, all’uso a-sociale dei social network, alla politica dell’infelicità. Ha raccontato con il romanzo “Recinto di Porci” la vita di un gruppo di adolescenti giunti al momento di scegliere o meno la Camorra. È nato alle pendici di un vulcano esplosivo, sotto una caldera piena di magma. Insiste a credere nell’approfondimento, nella curiosità e nel puro interesse verso la storia e l’uomo.
VA TUTTO
BENE
Mostra
Fotografica Personale di Andrea Simeone
A cura
di Federicapaola Capecchi
8 maggio
– 2 giugno 2019
Apertura al pubblico: dal mercoledì alla domenica
dalle 15:30 alle 19:30
La fotografia di scena, le foto di danza. PhotoMilano Club fotografico milanese, fondato da Francesco Tadini e che ha sede presso la Casa Museo Spazio Tadini, propone un Laboratorio per fotografi incentrato sulla danza. I docenti sono Leonello Bertolucci – Fotografo, photoeditor, giornalista, docente all’Istituto Italiano di Fotografia – e Federicapaola Capecchi – curatrice di fotografia e coreografa|danzatrice. Le date: 24, 25, 26 maggio 2019.
La
fotografia di danza è uno dei rami della fotografia di scena, ma per la danza
occorre che il movimento, la coreografia, il corpo non siano sempre e
necessariamente fermati in un fotogramma.
La
foto di danza deve raccontare la danza stessa, la forza del corpo e del gesto
in sé (decontestualizzato da drammaturgia, regia…che ovviamente la fotografia
non ha spazio, tempo e modo di restituire), perché è movimento, e lo si deve
lasciare intendere attraverso lo scatto, perché è creazione continua di nuove e
ulteriori forme, e le si può cogliere e restituire attraverso lo sguardo, prima
ancora che l’occhio e l’obiettivo.
Raft of Medusa, Video Dance Installation & performance video by Lutz Gregor and Federicapaola Capecchi, Foto Lutz Gregor
Sono
molteplici le indicazioni e tecniche consigliate per fotografare la danza, come
le famose “4 opportunità per immortalare la danza fotograficamente”: il
mosso voluto, la congelazione del punto morto, la doppia esposizione, la
sequenza.
In
questo laboratorio vogliamo andare un poco oltre a queste tecniche consigliate.
Lavorare
sulla percezione visiva e sulla memoria del movimento, sulla sincronizzazione
del movimento e sulla visualizzazione, per esaminare la relazione tra l’occhio
umano, la macchina fotografica, il corpo che gli è davanti in continuo
movimento.
Il
laboratorio è strutturato attraverso teoria e pratica, consigli, confronti e
sperimentazioni.
Con
Leonello Bertolucci,specializzato sulla foto di spettacolo si
svolge la parte teorica e di tecnica
fotografica.
Con
Federicapaola Capecchi, nella sua
duplice veste sia di coreografa-danzatrice che di curatrice di fotografia, proveremo
a non guardare dal di fuori del movimento ma a esservi dentro, fors’anche a
danzarlo, per poter poi davvero saperlo restituire onesto fino in fondo, in una
fotografia di racconto e di senso e non puramente estetica.
“Anyone
who substitutes the love for the bodies with the image of the body, substitutes
life with death” Dietmar Kamper
Durante
il laboratorio approfondiremo diverse tecniche di fotografia come di scrittura
del movimento e coreografica, impareremo anche ad ascoltare la musica con i
danzatori per trovare il ritmo/la predisposizione utile anche a cogliere un
preciso momento per scattare la fotografia, anche senza conoscerne la
coreografia.
“Perceive
the world directly and your vision will expand”, says Chögyam Trungpa Rinpoche
Raft of Medusa, Video Dance Installation & performance video by Lutz Gregor and Federicapaola Capecchi, Foto Lutz Gregor
Raft of Medusa, Video Dance Installation & performance video by Lutz Gregor and Federicapaola Capecchi, Foto Lutz Gregor
Raft of Medusa, Video Dance Installation & performance video by Lutz Gregor and Federicapaola Capecchi, Foto Lutz Gregor
Raft of Medusa, Video Dance Installation & performance video by Lutz Gregor and Federicapaola Capecchi, Foto Lutz Gregor
“Quando
ho debuttato all’interno del 6° Festival Internazionale di Danza Contemporanea
della Biennale di Venezia, alcuni fotografi dello IED facevano la tesi su noi
giovani coreografi italiani, e sulla foto di danza. E stando con loro dalla
mattina alla mattina successiva, tutti i giorni, mi sono resa conto di quanto
sia una sfida continua fotografare il corpo e la danza, ma altrettanto una
grande fascinazione e una forma d’arte. Fotografare la danza è forse complesso,
più di altri soggetti e situazioni, perché, come la danza stessa, ha a che fare
con l’imprevedibile. Dinanzi al corpo di un danzatore, a uno spettacolo di
danza, il presente non ha forma, c’è solo movimento, nulla è statico, né
sicuro, né sotto controllo. Dobbiamo fare i conti con il passato, mentre
progettiamo il futuro. E il presente è semplicemente lì, un attimo da cogliere
in profondità. Essere in contatto con la danza significa improvvisazione. Ed è
ciò che provoca la paura. Ed è ciò che genera la bellezza. E dunque le più
belle foto di danza.” Federicapaola Capecchi
La
parte finale del Laboratorio prevede sia il lavoro di editing con il docente
Fotografo, che una parte di valutazione/commento delle fotografie selezionate con
Federicapaola Capecchi, sia da un punto di vista curatoriale che dal punto di
vista del coreografo.
MODULAZIONE:
3
giorni: venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 maggio 2019
6/7
ore al giorno divise tra mattina e sera
L’ultimo
giorno prevede o una performance dal vivo @Spazio Tadini o la partecipazione esterna
ad un evento, dove mettere in pratica il tutto
Il
lunedì 27, via internet (gruppo dedicato) o in serale a libera scelta del
gruppo, editing e valutazione/commento.