Domenica 10 novembre un doppio appuntamento. Alle ore alle ore 16.30 una visita guidata con illustrazione della poetica di Emilio Tadini e alle ore 18 concerto a cura di Simc (Società Italia Musica Contemporanea) con un Quartetto di Sassofoni formato da Felice Trotta, Eleonora Fiorentini, Matteo Rossini e Sara Albiani del Conservatorio Rossini realizzato da Andrea Talmelli, presidente SIMC, Ludovico Bramanti, direttore del Conservatorio per il coordinamento d Lamberto Lugli. Musiche di Mauro Ferrante, Mario Perrucci, Lamberto Lugli, Sonia Bo, Paolo Boggio e Daniele Venturi. Il concerto ha esordito a Pesaro, al Conservatorio di Musica Rossini inserito nell’ambito della rassegna C’è il Nuovo. Un’altra replica è prevista su Radiocemat, la web radio dedicata alla musica contemporanea.
L’evento è a conclusione di un incontro dedicato all’opera di Emilio Tadini “Parole e figure” a cura di Melina Scalise che inizierà alle 17 nel salone in cui sono esposte le opere di Tadini e si svolgerà il concerto.
Ingresso alla conferenza e concerto 5 euro. Solo concerto ingresso con offerta libera a sostegno delle iniziative culturali del museo.
Programma Quartetto di Sassofoni del Conservatorio Rossini Eleonora Fiorentini, Matteo Rossini, Sara Albani, Felice Trotta Mauro FERRANTE Do. Mi. Si Felice Trotta sassofono contralto Mario PERRUCCI Capriccio per quartetto (rev. Paola Perrucci) Lamberto LUGLI Hold one’s breath per quartetto Sonia BO Dal “Libro dei prodigi” Felice Trotta sassofono baritono Paolo BOGGIO The Traveler’s song per quartetto
Adagio quasi andante
Vivo
Commiato Daniele VENTURI Voci per quartetto Quartetto Sassofoni Conservatorio Rossini Il Quartetto di Sassofoni, formato da Eleonora Fiorentini (Sax Soprano), Matteo Rossini (Sax Contralto), Sara Albani (Sax tenore) e Felice Trotta (Sax Baritono), allievi delle classi di sassofono del Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, per l’occasione è stato preparato dal M° Stefano Venturi. Formatosi nel 2013 per attività didattiche nelle scuole, in rappresentanza del Conservatorio, svolge ora attività concertistica per Enti Locali, Associazioni Musicali e Teatri Regionali e Nazionali. Il Quartetto di Sassofoni del Conservatorio Rossini in seguito ai numerosi concerti, ha ottenuto unanimi consensi da parte del pubblico e della critica, sia per la qualità delle sue esecuzioni sia per la varietà del proprio repertorio. Nel percorso di studi superiori tutti gli allievi di sassofono sono chiamati inoltre a far parte della Saxorchestra del Conservatorio, organico orchestrale che ha caratteristiche acustiche innovative, che suscitano grande interesse tra il pubblico ed è formato da tutti gli strumenti della famiglia dei sassofoni. Il repertorio spazia dalla musica rinascimentale alla musica classicoromantica fino ai nostri giorni includendo anche un nutrito numero di brani jazzistici. La ricchezza timbrica dell’intera famiglia dei sassofoni ha stimolato l’interesse di molti compositori, che gli hanno dedicato le loro musiche. L’orchestra partecipa attivamente alle attività interne ed esterne del Conservatorio di Pesaro ed è diretta dal M° Federico Mondelci e dal M° Stefano Venturi.
Renzo Ferraripresenta il suo ultimo ciclo di opere di pittura e in anteprima alcuni lavori su carta che accompagnano il romanzo “Solaris – parte seconda” di Sergej Roic. Dal 25 ottobre al 24 novembre 2019 – Inaugurazione 25 ottobre ore 18.30 – Casa Museo Spazio Tadini via Niccolò Jommelli 24, Milano
Idola Blau 2019 olio su tavola 31×23 cm
La
mostra “Insonnia” è una sequenza di “short stories”, formati brevi con
variazioni soprattutto esistenziali. La canicola dell’ultima estate ha avuto la
sua parte come tema segnale dello squilibrio ecologico e di come la natura ci
avverta con continui allarmi. È poi presente un “minimalismo” che concentra le
tensioni figurali attraverso l’azione dello spazio, del segno e del colore.
notturno e forme scure , 2019, olio su carta 29,5×21 cmRenzo Ferrari
“Il
vero tema di questi nuovi quadri (…) è il paesaggio – scrive Pietro Luca
Nicoletti, storico dell’arte – o meglio un sentimento di natura che prende
una fondamentale sfumatura ‘ecologica’: Renzo si accosta al tema dell’ecologia
nel momento in cui uno stato di natura è minacciato in maniera sempre più
aggressiva e allarmante, e si rende conto di un ritorno circolare a motivi che
avevano
caratterizzato
l’avvio della sua vita d’artista. Parlare di ‘natura’ senza cadere
nell’equivoco
del
‘naturalismo’, infatti, significa uno sguardo posato su luoghi che fanno parte
di un
patrimonio
genetico e di memoria: un paesaggio rurale del Ticino della sua infanzia che
si
è molto trasformato e spesso selvaggiamente cementificato,
mettendo in evidenza
una componente artificiale che insidia l’integrità di un contesto”.
Gineceo 2019 olio su tavola 20×44 c, Renzo F
Scrive
invece Sergej Roic, giornalista e scrittore circa l’insonnia:
“Per
quel che riguarda l’insonnia, il noto stato per cui la mancanza costante di
sonno mette
a
soqquadro la quotidianità o addirittura l’intera esistenza, vale invece la
seguente affermazione:
chi
soffre d’insonnia ha un unico desiderio, quello di dormire. Eppure, spesso e
volentieri l’arte, la massima espressione del gioco inventivo e combinatorio
consentita a un essere vivente, il fin troppo razionale essere umano, immagina,
congettura, costruisce e realizza le sue opere proprio ‘in mancanza di
qualcosa’, ovvero agognando a raggiungere uno stato di soddisfazione
all’apparenza irraggiungibile. L’arte ‘insonne’ configura, insomma, la
rincorsa di un creativo pié veloce alla lenta ma inesorabile tartaruga della
materia/contesto piegata alla volontà dell’artista ma mai del tutto, mai fino
in fondo. L’arte assume allora un significato ‘insonne’ essendo compiuta ma
anche incompiuta, conclusa ma pure aperta ad altre combinazioni, accostamenti,
ulteriori
La mostra INSONNIA è accompagnata da un catalogo edito da Zedia`
Renzo
Ferrari nasce a Cadro l’8 febbraio 1939. Dopo le scuole dell’obbligo, si
trasferisce a Milano dove frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Brera e
conclude gli studi con una tesi su James Ensor. Nel 1962 tiene una prima
personale alla Galleria delle Ore di Milano con un significativo riscontro
della stampa. La Galleria Annunciata lo invita alla mostra Una scelta (1963)
che tenta di fare il punto sul nuovo contesto milanese. Nel 1964 gli viene
conferito il Premio Diomira per il disegno e compie viaggi e mostre in
Germania, visitando poi i principali Musei di Belgio e Norvegia. La visione
della Pop americana alla XXXII Biennale di Venezia lo impressiona vivamente e
lo sollecita a cimentarsi con il linguaggio pop. Una selezione del lavoro 1969
– 1972, connotata da una prima maturità espressiva, viene esposta alla Cupola
d’Arte Casa a Lugano; tema dominante il confronto Artificio e Natura.
Nel 1974 nell’ambito della XXVIII Biennale Nazionale D’Arte Città di Milano, Presenze
e tendenze nella giovane arte italiana, ottiene il Premio Feltrinelli, seguito
da numerosi riconoscimenti critici (De Micheli, Tassi, Bruno, Del Giudice). Nel
1977 espone alla Bergamini con opere improntate alla condizione esistenziale ”Urbani”,
”Mimesi”, “Teste”. Queste figure alla fine del decennio segnano un inoltro
spaziale in un nero, combusto e notturno. Numerose le mostre di taglio
generazionale: l’Opera dipinta 1960 – 1980 (1982); Dieci Pittori a
Milano (1989) a cura di Quintavalle allo CSAC di Parma e alla Rotonda della
Besana a Milano; di seguito Il segno della pittura e della scultura (1983);
Cento anni di arte a Milano 1886 – 1986; Geografie oltre l’informale (1987)
alla Permanente. Harald Szeemann cura una monografica di Ferrari al Monte
Verità di Ascona nel 1985. Il Museo civico di Bellinzona gli dedica una
antologica con Opere 1970 – 1990 e a distanza d’anni nel 1999 viene
costituito il Fondo Ferrari con cronologia estesa dal 1960 al 1998. In
questi anni aumenta l’attenzione critica rivolta all’artista da parte di
Tadini, Crespi, Mauron, Montalto, Pontiggia, Porzio, Pontiggia e Goldin. Mostre
itineranti Art-Transit (1998) a cura di Matteo Bianchi nei Musei di
Vevey e Sciaffusa. A partire dal 1990 si produce una significativa
svolta nel
suo lavoro con un impeto graffitista nel segno/disegno e un cromatismo acceso.
Primo viaggio a New York (1995) e un secondo nel 2004. Mostre personali al
Museo Epper (1993), Galleria Bergamini, Milano (1995), Galleria la Colomba,
Lugano (1997), Galleria. Ceribelli Albini (2001), Villa Ciani, Museo civico di
Lugano (2004), Centro svizzero (2006) e Spazio Tadini (2013), Milano.
È invitato
alla rassegna “Artisti arabi e italiani” a Beirut, Damasco, Il Cairo (2008).
Nel 2009
riceve il premio Morlotti alla Carriera e l’editore Skira pubblica nella collana
Arte Moderna le monografie Opere 1990 – 2010 (Pittura), Opere
grafiche 1958 – 2013 e nel 2016 Le carte e i giorni 1958 – 2015. Nel
biennio 2014 /2015 i Musei di Neuchâtel e Lugano in sinergia hanno proposto la
retrospettiva
Visions
nomades, 1958-2014. Nella sala del Collezionista della
Fondazione Stelline, nel 2016 presenta la mostra Le Carte e i giorni,
Formati a confronto a cura di Elena Pontiggia, una scelta di opere di piccolo
e grande formato, lungo il percorso creativo 1958 – 2016. Curata
nell’allestimento da Mario Botta.
Durante il
2017 ha esposto alla mostra Swiss Pop Art al Kunstmuseum di Aarau e con
una personale Busillis Time alla galleria Wolf di Ascona. Nel 2018
espone alla casa museo Spazio Tadini a Milano un ciclo di opere con il titolo Cose
Figure Luoghi 2017 – 2018 e al Centro Culturale Giuseppe Verdi partecipa
alla mostra
Nuove
immagini, nuovi segni. Opere del secondo Novecento dal Museo
della Permanente a cura di Gianluca Poldi e Luca Pietro Nicoletti. Recenti
le pubblicazioni a cura di Silvia editrice nella Collana i Libri d’Artista e
due altri libri dedicati a Pop Art-Oggetti Ansiosi 1964 – 1975 e Taccuini
anfibi 1989 – 2015. Nel 2019 ha esposto la mostra Rabisch 2003-2019 alla
galleria la Colomba di Lugano. È presente nel catalogo della mostra Milano
Pop – Pop Art e dintorni nella Milano degli anni 60/70 a cura di
Elena Pontiggia. Di recente pubblicazione Una lunga amicizia di Renzo
Ferrari e Piero del Giudice, edizioni Zedia’.
Casa Museo
Spazio Tadini
Via
Niccolò Jommelli, 24 Milano (MM Piola/Loreto)
Apertura:
da
mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 (Offerta libera)
Domenica
apertura su richiesta e per visite guidate alle mostre temporanee e all’opera
di Tadini (7 euro, durata un’ora).
Mercoledì 19 giugno alle ore 18 alla Casa Museo Spazio Tadini non mancate all’appuntamento con l’arte e la poesia di Tam Tam Bum Bum, librorivista internazionale che, nel secondo numero dedica un’intera sezione, a cura di Agnese Coppola, all’opera di Emilio Tadini. “Ho scoperto la Casa Museo Spazio Tadini in occasione della mostra Profughi e ne sono rimasta affascinata – spiega – ho quindi dedicato un’intera parte della rivista al tema del Profugo stimolata dalla mostra in corso a Spazio Tadini. Interessante il concetto di Profugo alla condizione dell’uomo, interessante l’arte che entra in gioco su un argomento d’attualità come questo come solo “l’arte” sa fare”.
19 giugno ore 18 a Spazio Tadini presentazione della libro rivista Tam Tam
Agnese Coppola ha amplificato la mostra Profughi di Emilio Tadini,che ha già visto coinvolti diversi artisti, con questa pubblicazione di taglio più letterario. Durante la serata conosceremo anche i suoi invitati a cimentarsi sul tema del profugo che sono anche fotografi e artisti, ma soprattutto poeti, i quali, hanno aggiunto nuovi spunti di riflessione sul tema.
Dal focus sul Profughi estenderemo l’attenzione anche sui contenuti e il senso di una rivista come Tam Tam che rimette al centro il dialogo tra poeti e artisti.
Infatti, la rivista Tam Tam Bum Bum vuole riproporre la poesia e la sua pluralità espressiva riprendendo lo scopo della rivista originaria fondata negli anni 70 da Adriano Spatola e Giulia Niccolai.
Oggi i curatori sono Barbara Bonazzi, Agnese Coppola, Elisa Longo, Enrico Ratti, Bruno Rullo, Anje Stehn, Mauro Toffetti, Tito Truglia.
Salone Spazio Tadini con la mostra Profughi di Emilio Tadini
CASA MUSEO in memoria di EMILIO TADINI- arte, cultura, eventi – Milano