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VIVIEN DIMITRAKOPOULOU – Ritorno al Mediterraneo – mostra a Spazio Tadini

L’artista espone nella mostra a Spazio Tadini patrocinata dal Ministero della Cultura della Grecia, dal Club Unesco di Treviglio e Bergamo, in collaborazione con il Centro Elleco di Cultura e la Comunità Ellenica Per affrontare, anche su un piano culturale, i cambiamenti economici, politici e sociali in corso nell’area del Mediterraneo che vedono la Grecia fulcro della crisi dell’Eurozona.

Sensualità e scetticismo

di Ourania Panoutsou
Art Historian
Alumni of The Courtauld Institute of Art

Le  opere presenti in questa mostra sono state create tra il 2011 e il 2012. Le sue sculture in terracotta, alluminio e luci al neon colorati sono sapientemente differenziate e profondamente mistiche.

Questi lavori appartengono ad un ciclo intitolato “Love Me’ create, a detta dell’artista,  per esorcizzare la morte, ma anche quale mezzo di comunicazione politica a commentare l’attuale crisi greca.

L’opera intitolata “Bass and Voice” rammenta un giocoliere che si beffa dell’attuale situazione  politica greca. I cittadini sono intrappolati nella stessa maniera con cui egli tiene le sue mani sulla corda e la pietra sulla quale posa rappresenta lontane reminescenze del glorioso e antico passato.

L’opera denominata “Senza titolo” rappresenta una donna incinta. Il blu vivace, e l’uso del rosso che caratterizza e distingue le sue zone erotiche, costituiscono una memoria diretta delle sculture di Niki de Saint Phalle.

Ci vuole un grande coraggio per una giovane donna per eccellere nell’ arte plastica.
E sempre stato di supposto dominio riservato agli uomini. Vivien Dimitrakopolou con una profonda maturità adopera una vasta varietà di materiale per forgiare i suoi pensieri profondi.

Un busto chiamato, con purezza ed ingenuità, “Padre”, rappresenta una figura maschile con l’ aureola di neon in testa. L’allusione è alla sacra figura paterna onnipresente nella giovane vita dell’artista, probabilmente l’equivalente di un Dio, evidentemente un protettore e una risposta alla fragilità umana.

Dimitrakopoulou dimostra una tecnica quasi naturale nel formare i corpi delle sculture. Le sue mani abili formano corpi minimal, ma sensuali e lussuriosi. Non ha paura di incorporare elementi estranei come il neon. La Dimitrakopoulou è allo stesso tempo minimal.

Queste opere sono molto ben pensate, niente e dato per scontato e tutto è sia veramente sofisticato che confortante.  Una visione, quella di Vivien Dimitrakopoulou,  che contempla un malcelato scetticismo direi.

Breve Biografia

Vivien Dimitrakopoulou  è nata Londra nel 1984, risiede e lavora in Grecia ad Atene. Si diploma alla Higher National B-Tec  in pittoura. Nel 2004 è ammessa alla School of Fine Arts di Atene presso la facoltà di scultura con il professore Lappas. Nel gennaio 2006 espone per la prima volta in una collettiva ad Atene in una Galleria Medusa. Si laurea nel 2011.

LISA SOTILIS – Ritorno al Mediterraneo mostra a Spazio Tadini

L’artista è madrina della mostra a Spazio Tadini patrocinata dal Ministero della Cultura della Grecia, dal Club Unesco di Treviglio e Bergamo, in collaborazione con il Centro Elleco di Cultura e la Comunità Ellenica Per affrontare, anche su un piano culturale, i cambiamenti economici, politici e sociali in corso nell’area del Mediterraneo che vedono la Grecia fulcro della crisi dell’Eurozona.

GIOIA DI VIVERE

di PIERRE KALOUSTIAN VELISSIOTIS

Scrivere della Sotilis è come scrivere della fonte di energia, dell’attrazione elettromagnetica e la magia dell’universo, della forza del vento e i l mistero degli abissi del mare. E come parlare di una sorgente luminosa e del calore solare che regala la vita, del fulmine, del furore e della dolcezza, dell’uragano e dell’arcobaleno. Parlare di Lisa e contemplare i l miracolo della creatività che si rinnova per un entusiasmo senza fine. Ecco, questa è Lisa Sotilis. La gioia è la nota dominante dell’arte di Lisa. G l i artisti del dopoguerra ci hanno abituato e quasi condannato a vedere la figura umana fragile, l’uomo sofferente e condannato all’eterna solitudine, a contemplare i suoi l i m i t i . Infatti è del 1959 la data convenzionale del ritorno della figura umana che era stata esclusa dall’espressionismo astratto, dall’informale e da altre ricerche artistiche. Ritorno che alcuni hanno definito trionfale. Sì, ma un trionfo della truculenta drammaticità umana. Eppure due anni prima, una giovanissima artista greca plasmava sulla tela con complessa orchestrazione del colore fanciulle, animali, alberi e fiori, fondendo il tutto in una sinfonia alla vita, alla felicità e alla speranza. Ecco, questa è Lisa, gioia d i vivere. Anche la scelta del bronzo per le sue opere plastiche non è casuale. Il bronzo è un metallo vivo, caldo, che Lisa lavora con le proprie mani e, appoggiandosi su una preconoscenza ellenica e rifiutando le cadenze di un’avanguardia falsa sovrapposta alla moda, trasforma nei corpi di miti colti in un’eterna danza simbiotica con la natura che si nutrono a vicenda gli uni delle viscere dell’altra, in una continua metamorfosi dell’essere: fiori che diventano donne e uomini che diventano alberi. I suoi gioielli, in oro, platino e pietre preziose, sono la celebrazione e l’esaltazione di una straordinaria fertilità di estro e la mitizzazione di una spontaneità inventiva che non tollera alcun freno ma che, al contrario, esalta una fantasia di suggestione astrale e fiabesca. Quasimodo ebbe a scrivere: «Il viaggio d i Lisa non è i l tentativo di ritrovare un eden, è un giardino delle Esperidi mai lasciato». Ecco cos’è Lisa, colori, scultura, gioiello.

Biografia – Lisa Sotilis

Nata ad Atene, dopo gli studi studi classici e artistici in Grecia si trasferisce a Milano dove consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Appena diciottenne, scrivono per lei Raffaele De Grada (1960) e Franco Russoli (1961) in occasione della sua personale alla galleria Gian Ferrari di Milano, oltre a Kaisserlian, Morlotti, Guttuso, Minguzzi, Mascherini, Carluccio e altri. Nel libro Visti da Quasimodo (edizione 32), Lisa risulta con tutti i «Big» del 20esimo secolo.
Nel 1964, alla sua personale al Museo di Berlino, viene presentata dal celebre professor Jannasch
come «enfant prodige».
Dal 1965 fa parte dei grandi nomi di artisti in esclusiva, scelti dal famoso Alexander Iolas.
Con Iolas Lisa espone a Ginevra, Parigi, Roma, Madrid, New York, Los Angeles e altre città.
Oltre alla pittura e scultura, Lisa si dedica all’arte del gioiello che la rende famosa in tutto il mondo per le sue creazioni di pezzi unici.
Infatti, Lisa inventa gioielli per tutti i personaggi della elite internazionale, come Farah Diba, la regina Maria Jose di SavoiaMaria Beatrice di Savoia, Rudolf Nureyev, Claudia Cardinale, Anni Girandot, armatori greci e magnati dell”industria italiana e americana.
Negli anni 70 il Metropolitan Museum di New York chiede a Lisa una collaborazione in esclusiva per la creazione di gioielli.
Lisa si cimenta anche nella tecnica della pittura in fresco e negli anni 70 viene scelta tra tanti concorrenti per affrescare la chiesa di San Giovanni Battista alla Creta di Milano.
Giorgio de Chirico, per la realizzazione delle sue sculture in bronzo, sceglie Lisa Sotilis come sua assistente e l’unica autorizzata a toccare le cere.
Ma il primo amore di Lisa, fin da bambina, si manifesta con miriadi di colori caldi, esotici e sensuali, che intreccia nei suoi infiniti giochi di sfumature, di arcobaleni gioiosi che immortala su tele, legno e vetro.
Con singolare naturalezza e semplicità, Lisa rimane sempre fedele e costante nel suo giardino colorato dell’ infanzia e del mito, senza mai tradire il suo mondo solare.

Premi
premio Michetti
Premio Suzzara
Premio San Fedele
Premio Cesare Da Sesto
Premio Arezzo
Premio Città di San Marino
Premio Città di Gallarate
Premio Cobiati
Premio Feltre
Premio Giorgione-Poussin
Premio Melegnano
Premio Ramazzotti
Diploma d’onore Premio Corridonia
Medaglia d’oro dell’Accademia di Carrara
Medaglia d’oro Premio Ramazzotti
Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica

Mostre Personali
1961    Galleria Russo, Roma
Galerie Armos, Atene
1962    Galleria Gian Ferrari, Milano
1964    Galerie Anna von Becker, Francoforte
Berliner Museum, Berlino
1965    Galerie Burdeke, Zurigo
Nechemia Glezer Gallery, Washington

1965-1985  In esclusiva per Alexander Iolas:

Parigi, New York, Los Angeles, Milano,
Atene, Madrid, Roma, Venezia, Ginevra,
Tokyo, Libano

1985-2009   Principali mostre personali e collettive:

Pitocchi&Gorevitch Gallery, New York
Galleria Astrolavos, Atene
Galleria Vourkariani, Kea, Grecia
East Carolina University,North Carolina
Galleria d’Arte Moderna, Milano
Museo Nazionale della Scienza Leonardo daVinci , Milano
Museo Civico, Volos, Grecia
Galleria Pananti, Firenze
Musco Nazionale Indonesiano, Giacarta
Musco Pinacoteca Katsigra, Larissa, Grecia
Artemisia A r t Gallery, Monte Carlo
Casa Raffaello Sanzio, Urbino
Centro d’arte e cultura, Trieste
Galleria Nazionale, Urbino
Fondazione Matalon, Milano
Musei Civici di Palazzo d’Avalos, Vasto
Biennale di Parma
Museo Archeologico, Parigi
Quadriennale Nazionale d’Arte, Roma
Nechemia Glezer Gallery, Washington
Galleria d’Arte Moderna, Milano
Biennale Nazionale di Milano
Museo d’Arte Moderna, Parigi
Museo Municipale, Nevers
Quadriennale Europea
Galleria Morlou, Los Angeles
Galena Velasco, Madrid
Galleria Morlou, Texas