Il 15 dicembre arriva a Milano dalla Lapponia non Babbo Natale, ma la straordinaria chitarra e voce di due artisti internazionali per la rassegna Musica Lontana? a cura del musicologo Luigi Pestalozza: Patrik Kleemola e Wimme Saari.
Rassegna Musica Lontana? 15 dicembre 2016 ore 20 Spazio Tadini via Jommelli, 24
PATROCINI Fondazione Cariplo, FOndazione musicale Umberto Micheli, Mariucci Rognoni
Un appuntamento da non perdere per questa ultima tappa di concerti che ha visto diversi concerti in città tra l’auditorium Di Vittorio, la Sala Puccini del Conservatorio e Spazio Tadini realizzata dall’associazione amici musica/realtà.
Patrik Kleemola è uno dei più promettenti chitarristi finlandesi. Ha vinto il festival di chitarra “Takemitsu” International Guitar Competition nel 2004 e altri premi come la gara internazionale di chitarra Gargnano. Oggi suona in tutto il mondo e compone. Il suo repertorio va dalla musica italiana del sedicesimo secolo fino al contemporaneo.
Winne, finlandese è uno dei più noti Sami yoikers della Finlandia . Egli unisce canto tradizionale lappone con improvvisazioni, di solito è accompagnato dal gruppo di musica elettronica RinneRadio . Wimme è apparso anche negli album di altre band o musicisti, per esempio Hedningarna , lendini o Hector Zazou .
Sonorità etniche multiculturali in un appuntamento con la musica da non perdere
Mario de Leo pittore e musicista
Ashanka maestro indiano di sitar
30 aprile 2016 ore 20 Spazio Tadini via Jommelli, 24
TRIO OIKOS
Mario De Leo: Chitarra e voce Ashanka Sen: Sitar Cristiano Costanzo: Cajon
Il pittore e cantautore Mario De Leo, l’autore del repertorio musicale, è da sempre attento interprete della tradizione popolare.
Negli anni recenti ha condotto la sua musica attraverso varie sperimentazioni: da quella elettronica, con Riccardo Sinigaglia, a quella acustica.
Ultimamente con la conoscenza del Maestro ASHANKA SEN, virtuoso suonatore di sitar, De Leo ha cercato di fondere le sonorità ancestrali insite nello strumento per arricchire le sue composizioni, dove i suoni e i ritmi ben si dilatano negli spazi mentali tra esotismo e spiritualità.
Il concerto è un viaggio nelle sonorità etniche – culturali per un risveglio a Oriente dei pensieri e della coscienza.
I brani che presenta con il Trio Oikos, vanno dal canto d’amore a sfondo religioso, al brano che introduce una intensa storia di giovani amanti che fondono e accendono i loro corpi per un attimo come luminose comete.
In altre ballate esprime il supremo bisogno di armonia, esaltando la bellezza eterna della natura, senza tralasciare momenti anche drammatici della vita dove alcuni pescatori non fanno più ritorno dal mare.
Tutto il concerto si svolge con momenti di grande vivacità ritmica come il brano che porta il titolo “Zinnannà” , e momenti di riflessione con il canto che descrive i ritmi pesanti del lavoro del contadino, fino a sfociare di nuovo con l’intenso brano “La Macchietta”.
“Quante persone possono dire di avere conosciuto un cantastorie? E quanti fra costoro possono dire di sapere riconoscere un cantastorie? Io, ritengo immodestamente di essere fra coloro che percepiscono un autentico cantastorie con il vibrante intuito di un rabdomante. Per molti anni mi sono occupato di musica tradizionale, non come studioso, ma con la passione di un viaggiatore amatoriale e il tratto ossessivo di un pusher che ha l’impellente urgenza di “spacciare” la merce che ha conosciuto ad altri perché ne possano godere. In questo senso l’incontro con Mario De Leo è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Sentirlo cantare i suoi canti è stata un’esperienza intensa che mi ha permesso di accedere alla profondità di una cultura antica, quella della potente radice contadina del nostro migliore Sud. Mario ha un volto singolarissimo in cui si fondono la forza del soma popolare e la bellezza di un mosaico bizantino. La sua voce ha una pasta calda ricca di risonanze e l’insieme di melodia, ritmo e parole delle sue canzoni sono senza mediazioni arte epica del mondo contadino che si proietta all’infinito nel futuro.(…)”
A cura di Luigi Pestalozza per l’associazione Amici Musica Realtà
Alfonso Alberti e Anna D’Errico
di Luigi Pestalozza
“Due pianisti di prim’ordine per bravura e intelligenza ma soprattutto per modo di intendere il pianismo. Alfonso Alberti ormai noto non soltanto in Italia, è sempre propositivo con il suo pensare. Il suo approccio è fuori dal concertismo dominante, anzi in antitesi a esso. Anna D’Errico è altrettanto estranea al conformismo concertistico, interessata a fare un uso conoscitivo, rivelatore, del pianoforte, che, in questa occasione suonano insieme, un solo pianoforte, una dopo l’altro o l’altra dopo l’uno, gli stessi cinque autori e relativi pezzi in programma. L’obiettivo non è certo esibire le rispettive bravure, ma per riconduzione alla verità da sempre non casualmente taciuta, una questione precisa, importante, che non riguarda soltanto il pianoforte, ma da sempre tutta la musica.
La questione è di strutturale importanza per la resa del vero musicale della musica comunque e qualunque sia, cioè l’esecuzione. I due pianisti portano al centro del tardo pomeriggio un dialogo concertistico. Proprio perché Alberti, come sapete, e’ bravissimo a parlare tanto quanto la D’Errico, di autore in autore e di pezzo in pezzo parleranno rapidamente fra loro e con chi dei presenti in sala volesse intervenire, per spiegare e chiarire perché l’esecuzione è da sempre importante per la riconduzione al suo vero della musica eseguita, per cui però proprio per questo è stata sempre e per nulla casualmente manipolata dal concertismo (anche dell’operismo) dominante, per cui i due pianisti davvero non casualmente propongono un programma ben significativo che va dall’Ottocento a oggi, attraverso (fra l’altro) compositori e lavori principali.
BRAHMS, BERG, SCHUBERT, DEBUSSY, KURTAG, ovvero 5 compositori, ciascuno con un suo pezzo, con al centro la questione dell’esecuzione decisiva per rendere il vero di un pezzo, di un compositore, o per manipolarlo.
Un pomeriggio dunque di intrattenimento, di grande musica, di riconduzione di essa al vero, ma anche una grande opportunità di riflessione sull’esecuzione ’e su cosa è stata la sua emarginazione dal sapere musicale. Un’occasione per riportare anticonformisticamente la musica alla musica, smascherando una storia di manipolazione organizzata dell’esecuzione. Chi ascolta assisterà a uno straordinario, insolito, e divertete uso del pianoforte e del rapporto che si instaura tra lì’esecutore e l’ascoltatore capace di far capire finalmente schuberte come Kurtag, Brahms come Debussy, come Berg, in sostanza come tutti la musica di ieri e ovviamente di domani sottratta in un incontro che non a caso è ospitato a Spazio Tadini che, riconduce la musica, la sua esecuzione a se stessa”.
15 DICEMBRE ORE 20
Finlandia, Lapponia
a cura di Luigi Pestalozza
“Musiche della Finlandia, Lapponia compresa, mai uscite dal paese, per la prima volta non solo in Italia, non solo a Milano, non caso allo Spazio Tadini dove il nuovo assoluto nel campo delle arti è un fatto propositivo davvero quotidiano, unico. Questa volta un incontro scandito in un due tempi, con due musicisti testimoni di come in Finlandia si faccia musica a sé, a cominciare da quella di Wimme Saari, voce sola, che porta con sé canti suoi ma nati in Lapponia, cioè nel Nord glaciale della Finlandia, dove ambientalmente, geograficamente trattandosi in pratica del Polo Nord, prevale il ghiaccio che da secoli ha determinato in maniera significativa il vivere, pensare, comportarsi quotidianamente, della popolazione, lo stesso modo di camminare di tutti gli abitanti, per cui è cresciuta nei secoli una del tutto particolare antropologia culturale, per cui nei suoi canti, nel suo modo di cantare per come li ha inventati, Wimme Saari è straordinario, coinvolgente, stimolante perché infine fa scoprire una vocalità impensata, do cui è eccezionale testimone. Per così dire, per chi ascolta, per come anche, poi, su domande del pubblico, dirà, spiegherà, una scoperta di come la musica nasce e si forma, nel mondo, in maniera sempre propria, secondo la parte di mondo in cui nasce, sempre diversa, diversamente propositiva, che merita ascoltare. Come, senza dubbio alcuno, nel caso tanto eccezionale quanto straordinario per la sua diversità, per come propone non secondariamente un Finlandia musicalmente poliforme dove non a caso c’è stato Sibelius, quello vero che affondava la sua musica strumentale e vocale, nella sua vera Finlandia, Lapponia compresa.
Salvo che Wimme Saari è la seconda parte dell’incontro, lo conclude come dovuto, come si capirà, cone lo spiegherà lo stesso Aldo Brizzi che lo condurrà. La prima parte, infatti essendo affidata al chitarrista con elettronica Patrik Klemola, che esegue con strepitoso uso tutto proprio, innovativo, della chitarra anche elettronicamente portata a fisionomie sonore impensate, ovvero fa conoscere nove compositori finlandesi viventi, anch’essi mai usciti dalla Finlandia: anche perché –dunque in sintonia con Wimme Saari che lo segue-, si tratta di lavori musicli radicati come all’ascolto si capisce con piacere, nella fisionomia musicale delle diverse culture musicli popolri che stanno in Finlndia. Dunque anche qui una Finlndia musicalmente inedita, separata dal resto dell’Europa, come appunto è stato il vero Sibelius che anche qui sta sullo sfondo ovvero appartiene a quello che il 15 dicembre allo Spazio Tadini, in collaborazione sempre convincente con esso, l’AAM/R fa conoscere, scoprire, in dialettica diversità dal concertismo, salvo eccezioni a Milano scaligere comprese, dominante.
Insomma un incontro musicale che sta bene, in maniera precisamente giusta, allo Spazio Tadini: con la soddisfazione, come sempre convinta e grata, di Luigi Pestalozza che ora firma”.
Luigi Pestalozza
CASA MUSEO in memoria di EMILIO TADINI- arte, cultura, eventi – Milano