19 aprile 2016 ore 18
PER LA RASSEGNA: MUSICA LONTANA?
Il pianista e il suo doppio
A cura di Luigi Pestalozza per l’associazione Amici Musica Realtà

di Luigi Pestalozza
“Due pianisti di prim’ordine per bravura e intelligenza ma soprattutto per modo di intendere il pianismo. Alfonso Alberti ormai noto non soltanto in Italia, è sempre propositivo con il suo pensare. Il suo approccio è fuori dal concertismo dominante, anzi in antitesi a esso. Anna D’Errico è altrettanto estranea al conformismo concertistico, interessata a fare un uso conoscitivo, rivelatore, del pianoforte, che, in questa occasione suonano insieme, un solo pianoforte, una dopo l’altro o l’altra dopo l’uno, gli stessi cinque autori e relativi pezzi in programma. L’obiettivo non è certo esibire le rispettive bravure, ma per riconduzione alla verità da sempre non casualmente taciuta, una questione precisa, importante, che non riguarda soltanto il pianoforte, ma da sempre tutta la musica.
La questione è di strutturale importanza per la resa del vero musicale della musica comunque e qualunque sia, cioè l’esecuzione. I due pianisti portano al centro del tardo pomeriggio un dialogo concertistico. Proprio perché Alberti, come sapete, e’ bravissimo a parlare tanto quanto la D’Errico, di autore in autore e di pezzo in pezzo parleranno rapidamente fra loro e con chi dei presenti in sala volesse intervenire, per spiegare e chiarire perché l’esecuzione è da sempre importante per la riconduzione al suo vero della musica eseguita, per cui però proprio per questo è stata sempre e per nulla casualmente manipolata dal concertismo (anche dell’operismo) dominante, per cui i due pianisti davvero non casualmente propongono un programma ben significativo che va dall’Ottocento a oggi, attraverso (fra l’altro) compositori e lavori principali.
BRAHMS, BERG, SCHUBERT, DEBUSSY, KURTAG, ovvero 5 compositori, ciascuno con un suo pezzo, con al centro la questione dell’esecuzione decisiva per rendere il vero di un pezzo, di un compositore, o per manipolarlo.
Un pomeriggio dunque di intrattenimento, di grande musica, di riconduzione di essa al vero, ma anche una grande opportunità di riflessione sull’esecuzione ’e su cosa è stata la sua emarginazione dal sapere musicale. Un’occasione per riportare anticonformisticamente la musica alla musica, smascherando una storia di manipolazione organizzata dell’esecuzione. Chi ascolta assisterà a uno straordinario, insolito, e divertete uso del pianoforte e del rapporto che si instaura tra lì’esecutore e l’ascoltatore capace di far capire finalmente schuberte come Kurtag, Brahms come Debussy, come Berg, in sostanza come tutti la musica di ieri e ovviamente di domani sottratta in un incontro che non a caso è ospitato a Spazio Tadini che, riconduce la musica, la sua esecuzione a se stessa”.
15 DICEMBRE ORE 20
Finlandia, Lapponia
a cura di Luigi Pestalozza
“Musiche della Finlandia, Lapponia compresa, mai uscite dal paese, per la prima volta non solo in Italia, non solo a Milano, non caso allo Spazio Tadini dove il nuovo assoluto nel campo delle arti è un fatto propositivo davvero quotidiano, unico. Questa volta un incontro scandito in un due tempi, con due musicisti testimoni di come in Finlandia si faccia musica a sé, a cominciare da quella di Wimme Saari, voce sola, che porta con sé canti suoi ma nati in Lapponia, cioè nel Nord glaciale della Finlandia, dove ambientalmente, geograficamente trattandosi in pratica del Polo Nord, prevale il ghiaccio che da secoli ha determinato in maniera significativa il vivere, pensare, comportarsi quotidianamente, della popolazione, lo stesso modo di camminare di tutti gli abitanti, per cui è cresciuta nei secoli una del tutto particolare antropologia culturale, per cui nei suoi canti, nel suo modo di cantare per come li ha inventati, Wimme Saari è straordinario, coinvolgente, stimolante perché infine fa scoprire una vocalità impensata, do cui è eccezionale testimone. Per così dire, per chi ascolta, per come anche, poi, su domande del pubblico, dirà, spiegherà, una scoperta di come la musica nasce e si forma, nel mondo, in maniera sempre propria, secondo la parte di mondo in cui nasce, sempre diversa, diversamente propositiva, che merita ascoltare. Come, senza dubbio alcuno, nel caso tanto eccezionale quanto straordinario per la sua diversità, per come propone non secondariamente un Finlandia musicalmente poliforme dove non a caso c’è stato Sibelius, quello vero che affondava la sua musica strumentale e vocale, nella sua vera Finlandia, Lapponia compresa.
Salvo che Wimme Saari è la seconda parte dell’incontro, lo conclude come dovuto, come si capirà, cone lo spiegherà lo stesso Aldo Brizzi che lo condurrà. La prima parte, infatti essendo affidata al chitarrista con elettronica Patrik Klemola, che esegue con strepitoso uso tutto proprio, innovativo, della chitarra anche elettronicamente portata a fisionomie sonore impensate, ovvero fa conoscere nove compositori finlandesi viventi, anch’essi mai usciti dalla Finlandia: anche perché –dunque in sintonia con Wimme Saari che lo segue-, si tratta di lavori musicli radicati come all’ascolto si capisce con piacere, nella fisionomia musicale delle diverse culture musicli popolri che stanno in Finlndia. Dunque anche qui una Finlndia musicalmente inedita, separata dal resto dell’Europa, come appunto è stato il vero Sibelius che anche qui sta sullo sfondo ovvero appartiene a quello che il 15 dicembre allo Spazio Tadini, in collaborazione sempre convincente con esso, l’AAM/R fa conoscere, scoprire, in dialettica diversità dal concertismo, salvo eccezioni a Milano scaligere comprese, dominante.
Insomma un incontro musicale che sta bene, in maniera precisamente giusta, allo Spazio Tadini: con la soddisfazione, come sempre convinta e grata, di Luigi Pestalozza che ora firma”.
Luigi Pestalozza