Ci sono mostre che quando se ne vanno lasciano un vuoto. Così è quella di Tobia Ravà che era riuscita a riempirci lo spazio di numeri attraverso le immagini. Le sue opere sono uno stimolo continuo alla ricerca del senso del mondo e delle cose. Con Tobia ci siamo avvicinati a una fetta di interpretazione della realtà che non ha lasciato nessuno spettatore nell’indifferenza. Il suo raccontare il mondo come il risultato di una relazione stretta tra numeri e parole ci ha avvicinato ad alcuni arcani della Kabbalah e della Ghematrià, ovvero della corrispondenza tra lettere e numeri partendo dall’alfabeto ebraico. Ma ci ha anche ricordato che il mondo sta a delle regole, matematiche e fisiche e che il linguaggio di appartenenza con cui lo conosciamo e riconosciamo è parte integrante della nostra visione, ovvero dell’immagine che abbiamo di esso. Tobia è partito dallo studio della Kabbalà di Luria, noi, potremmo partire da una riflessione anche superficiale della fisica e del linguaggio per riconoscerci comunque in un’opera di Tobia Ravà come appartenenti ad un tutto che è l’Universo. Dall’antichità ad oggi, non smetteremo mai di cercare un senso delle cose e dietro ogni chiaroscuro c’è la nostra volontà di scegliere il buio o la luce. Per non dimenticare la mostra di Tobia e delle sue suggestioni ecco il video ricordo.