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LUCE! Opere di luce e colore di Franco Gervasio

La Casa Museo Spazio Tadini è lieta di ospitare, nella Sala delle Colonne, la personale LUCE! Opere di luce e colore di Franco Gervasio per un dialogo con Emilio Tadini, a cura di Vera Agosti, dal 24 febbraio al 24 marzo 2022.

Franco Gervasio è pittore, fotografo, scultore e noto regista e direttore teatrale, nonché poeta e drammaturgo. Nella mostra espone i suoi lavori di luce in dialogo e in omaggio a Emilio Tadini, artista che ha conosciuto e verso il quale si è sentito accomunato per interessi e linee di pensiero.

La mostra si svolge presso lo stabile dove Emilio Tadini abitava e lavorava dove oggi si trova la Casa Museo a lui dedicata del figlio Francesco Tadini e Melina Scalise, responsabile dell’archivio Tadini.

Nella mostra Franco Gervasio punta l’attenzione sulla luce che lo accomuna a Tadini come espressione simbolica e concettuale, come sottolineato dal titolo della mostra e ne propone un’interessane riflessione contemporanea. L’artista realizza sculture luminose con il gas argon entro tubi di vetro in un intreccio sinuoso di linee morbide ed eleganti caratterizzate da colori brillanti. Sono i suoi Lightland, in teche dal fondo specchiante, in cui indaga l’effetto della luce sul colore nel paesaggio. E’ come se fossero piccoli teatri della luce.

In Tadini la luce è ciò che permette la visione del mondo e la sua rappresentazione. Ricordiamo che, nell’ultimo romanzo di Tadini Eccetera la vita notturna si scatenava al Light Night.  In una tela de Il ballo dei filosofi, il protagonista vestito in bianco e nero porta una candela accesa, forse per cercare la verità. Proprio a lume di candela, il Museo ha recentemente organizzato alcune visite guidate per scoprire in maniera inedita e originale le opere della collezione permanente, fornendo una nuova modalità di lettura.

Ai lavori di luce, Gervasio affianca, nella mostra, alcune opere pittoriche in cui la luce si trasforma in morbide e vibranti pennellate che danno vita a fantasmagorici dipinti, fatti di vibrazione e dinamismo. In queste tele troviamo tutti i colori della natura, perché proprio dal mondo naturale e dal paesaggio muove l’ispirazione. Gervasio declina in chiave astratta le suggestioni che derivano dalla grande storia dell’arte del passato, in primo luogo dalla pittura degli Impressionisti. Le tinte di Gervasio in molti casi richiamano quelle di Tadini, con splendidi gialli, rossi, aranci, verdi e blu. 

Il colore nell’opera di Tadini è senz’altro protagonista tanto da aver dedicato un intero ciclo pittorico a Color&Co. Fu definito dai critici dell’arte come il più astratto dei pittori figurativi, per le sue forme sagomate e bidimensionali, in particolare in riferimento al suo periodo pittorico più vicino alla pop art inglese e all’ importanza data agli oggetti. Il colore, fondamentale per entrambi gli artisti, per Tadini è una cosa a sé stante, che ha valore ed un significato in se stesso, non un mero attributo.

In esposizione anche un multiplo di Emilio Tadini appartenente al ciclo Città italiana, che fa parte della collezione personale di Franco Gervasio e che suggella la stima e l’ammirazione di Gervasio per l’artista milanese. I due si erano conosciuti in anni precedenti, grazie alla loro comune passione per il teatro e la scrittura e l’amicizia con Dario Fo.


Biografia

Franco Gervasio ha una formazione accademica in ambito teatrale, laureatosi in regia con Luigi Squarzina al DAMS di Bologna, e un’attitudine all’interdisciplinarietà che si traduce nella ricerca artistica, avviata da subito fino ad oggi, intrecciando la pittura alla fotografia, fino alla scultura. Dal 2007, dopo la scelta di proteggere la propria ricerca dal sistema dell’arte, le sue opere pittoriche e fotografiche sono state esposte in un’importante antologica a Istanbul, intitolata Lights in landscapes e curata da Ahmed Kamil Gören. Nel corso degli ultimi anni, parallelamente a un intenso lavoro in ambito teatrale, come scrittore, regista e scenografo, ha trovato nella luce artificiale dell’argon il linguaggio e il mezzo per esprimere la sua duplice direzione artistica tra pittura e fotografia. Si dedica anche alla pittura su ceramica.

Le sue opere si trovano in alcuni Musei: Tel Aviv Museum of Art, MAHJ Musée d’Art et Histoire du Judaïsme, Museu de Historia de los Judìos di Girona, Museo d’Arte di Massa, Casa del Mantenga di Mantova… Lavora con Valmore Studio d’Arte, la Galleria Colossi Arte Contemporanea, la IAGA Gallery di Klush Napoca (RO), la Gallerie Vintage di Parigi, con la Art-Ist Gallery di Istanbul, Ankara e Berlino. Si stanno definendo nuove importanti collaborazioni.

COMUNICATO STAMPA

LUCE! Luci e colori nelle opere di Franco Gervasio all’incontro con Emilio Tadini

A cura di Vera Agosti

Casa Museo Spazio Tadini, Via Niccolò Jommelli, 24, Milano

Dal 24 febbraio al 24 marzo 2022

Inaugurazione: giovedì 24 febbraio ore 18:30

Orari: mercoledì-sabato ore 15:30-19:30; domenica su appuntamento per visite guidate

mail: museospaziotadini@gmail.com 

Le Gallerie degli Uffizi acquisiscono opere di Emilio Tadini

Le gallerie degli Uffizi di Firenze amplia la sua collezione d’arte con tre opere su carta di Emilio Tadini. La cerimonia di consegna per donazione avverrà il 4 agosto alle ore 10,15 con cerimonia aperta al pubblico e in diretta Facebook. L’evento è curato da Vera Agosti che, quest’anno, ha organizzato altre due mostre di Emilio Tadini al Lago Maggiore a Canobbio e a Ghiffa.

“Le opere donate rappresentano elementi ricorrenti nel lavoro dell’artista e scrittore Emilio Tadini – spiega la curatrice dell’archivio, Melina Scalise – come il ciclo sulle città. Nell’opera donata agli Uffizi si evidenzia bene il concetto non solo di città come “edificazione” e “costrutto”, “architettura del pensiero” come amava descriverle Tadini. L’opera rappresenta una città con le lettere MI che rievocano Milano, la sua città natale dell’artista e che tanto amava, disegnata tra equilibri e disequilibri, tra chiari e scuri.

Il Museo dell’Uomo, manifesta l’attenzione dell’artista verso la condizione umana, tra tragico e comico, tra passato e futuro. Una narrazione pittorica, quella di Tadini, che non ha mai abbandonato la figurazione anche negli anni in cui la ricerca pittorica si era spostata altrove, nell’astratto, perchè l’artista amava indagare l’umano, le sue contraddizioni e paradossi.

Le figure e le cose, acquarello su carta, che manifesta l’attenzione di Tadini verso la relazione tra l’uomo e le cose quali testimoni si racconti, di storie, ma soprattutto, espressioni dell’esistenza delle figure, della creazione del mondo, della distanza tra noi e il mondo e e di tutti i misteri ad essa correlati. Basta pensare a tutto il senso celato dietro alle nature morte nelle pitture…”.

Emilio Tadini è uno degli artisti più importanti del Novecento, una figura poliedrica, intensa e ancora tutta da scoprire.

Emilio Tadini al Lago Maggiore

Inaugura il 3 luglio alle ore 18 la mostra Le figure, le cose di Emilio Tadini organizzata dall’Associazione Il Brunitoio presso la Sala Esposizioni Panizza di
Ghiffa, in provincia di Verbania
, sul Lago Maggiore a cura di Vera Agosti, in collaborazione con la Casa Museo Spazio Tadini e la Fondazione Marconi di Milano aperta al pubblico fino al 25 luglio. In esposizione anche degli inediti.

Fiaba Emilio Tadini

Questa mostra si aggiunge a quella già in corso fino alla fine di agosto a Cannobio a Palazzo Parasi sempre sulla riva sinistra del lago Maggiore, offrendo a turisti e appassionati d’arte un approfondimento sull’autore Emilio Tadini.

Scrive Vera Agosti: “Il titolo dell’esposizione riprende quello di una serie di lavori del maestro nonché del Convegno organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera il 24 e il 25 settembre del 2004 a Palazzo Reale a Milano in ricordo di Emilio Tadini (Milano, 1927-2002), per anni importante collaboratore del quotidiano. All’evento parteciparono numerosi nomi illustri della cultura italiana legati all’artista, come Umberto Eco, Ferruccio de Bortoli, Arturo Carlo Quintavalle, Valerio Adami, Paolo Fabbri, Cesare Segre, Maurizio Cucchi, Gae Aulenti,
Aldo Grasso, Marco Vallora, i figli Francesco e Michele Tadini…
La rassegna sottolinea il grande legame del maestro con la scrittura, che entra prepotente anche nei suoi dipinti e nelle serigrafie, nonché la relazione con gli oggetti, costante elemento del suo immaginario. Tadini, infatti, comincia una brillantissima carriera di scrittore, traduttore e poeta, per poi dedicarsi con successo alla pittura e alla critica d’arte
a partire dagli anni ’50. Si interessa al simbolismo di Bosch e alla sua indagine dell’inconscio, apprezza Picasso, la ricerca surrealista, la metafisica di De Chirico e la Pop Art inglese (Joe Tilson, Ronald B. Kitaj, Peter Blake, David Hockney, Allen Jones, Patrick Caufield). Nel 1960 studia il realismo integrale, per poi divenire portavoce del movimento
artistico della Nuova Figurazione che anima la scena milanese e include oltre a lui stesso, Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Lucio del Pezzo, Enrico Baj… È poi la volta della figuration narrative con Adami, Edouardo Arroyo e Hervé Télémaque… A partire dagli anni ’90, si avvicina al lavoro dell’espressionista tedesco Max Beckmann, in particolare per la
scelta dell’utilizzo del formato del trittico.


In mostra, oltre trenta grafiche scelte, che esaltano il rapporto dell’autore con la parola, permettendo allo stesso tempo un excursus sui principali momenti della sua ricerca artistica. Tadini lavora per cicli, come una serie di romanzi a puntate, legando il suo lavoro grafico e pittorico alla cultura letteraria, mescolando tragico e comico, immaginario e reale.
Gli scambi sono continui. Un tema come quello del “Profugo”, titolo e personaggio di un poemetto, transita verso la pittura diventando parte di uno dei suoi ultimi dipinti e delle sue ultime serigrafie. Sapienti riferimenti letterari e rimandi onirici producono una dissociazione
tra le figure e le cose, che risentono della drammaturgia di Berltold Brecht. I contorni sagomati e il colore disteso per superfici nette veicolano un simbolismo denso di richiami alla psicoanalisi freudiana. Elementi desunti dalla grafica pubblicitaria convivono con
l’ironica giustapposizione di motivi differenti.

Emilio Tadini

Nelle sue opere coesistono diversi piani temporali di lettura. Tadini offre un tributo alla storia dell’arte, per esempio con Omaggio a Klee ed Omaggio a Malevic’ degli anni ’70. Nell’ampia varietà delle serigrafie selezionate, in molti casi lo
spazio vuoto e pulito della pagina bianca è preponderante e in esso le parole o i frammenti di parole scritte acquistano un immenso rilievo, così come i pochi oggetti raffigurati e decontestualizzati (Il desiderio, anni ’70; Omaggio a J.L.Schefer, Intransitivo, anni ’80).
L’artista era un instancabile disegnatore. Molti ricordano che portava sempre con sé un taccuino per fissare in punta di matita un pensiero, un’immagine, una figura… Con l’amico fraterno Valerio Adami costituì la Fondazione Europea del Disegno di Meina, con la quale organizzavano importanti convegni dedicati alla teoria del disegno. In esposizione anche
un suo prezioso quaderno di schizzi che raccoglie numerosi ritratti, veloci e arguti.


Emilio Tadini – Le figure, le cose
A cura di Vera Agosti
In collaborazione con la Casa Museo Spazio Tadini e la Fondazione Marconi di
Milano
Dal 3 luglio al 25 luglio 2021
Inaugurazione: sabato 3 luglio ore 18
orario: da giovedì a domenica 16-19
Sala Esposizioni Panizza – Corso Belvedere, 114 Ghiffa (VB)
info@ilbrunitoio.it
www.ilbrunitoio.it