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E Ancora, spettacolo dedicato ad Emilio Tadini, replica venerdi 9 marzo 2018

Danza e teatro per Emilio Tadini all’interno della mostra  “Il ‘900 di Emilio Tadini”, a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise, accompagnata da un omaggio fatto da 77 fotografi di PhotoMilano, e da opere di Maria Mulas, Graziano Perotti, Francesco Cito e Joe Oppedisano. Visto il successo, anche di pubblico, e le richieste di coloro che non sono riusciti a venire mercoledì, vi informiamo che lo spettacolo “E Ancora” replicherà eccezionalmente VENERDI’ 9 MARZO 2018 alle ore 21. Vi ricordiamo che la prenotazione è obbligatoria.

opificiotrame@opificiotrame.org – Prenotazioni aperte da oggi – 

Qui alcuni scatti della serata di mercoledì 28 febbraio 2018 di Laura Federica Caligiuri di Photo Milano Club Fotografico Milanese fondato e diretto da Francesco Tadini.

E’ vietato scaricare ed utilizzare qualsiasi immagine da questo articolo. Le immagini sono coperte da diritti e non ne è possibile l’utilizzo senza autorizzazione dei due fotografi e della coreografa.

Qui alcuni scatti della serata di mercoledì 28 febbraio 2018 di Francesco Falciola di Photo Milano Club Fotografico Milanese fondato e diretto da Francesco Tadini.

E’ vietato scaricare ed utilizzare qualsiasi immagine da questo articolo. Le immagini sono coperte da diritti e non ne è possibile l’utilizzo senza autorizzazione dei due fotografi e della coreografa.

Francesco Tadini e lo studio di Emilio

Francesco Tadini non sapeva dove l’avrebbe portato l’avventura di  tenere ancora per mano suo padre anche quando se n’è andato via. Quel biglietto, attaccato alla porta dello studio di suo papà, “Torno Subito”,  gli è sembrato un monito. Così si è impegnato a ridare lustro allo stabile dell’antica tipografia e casa editrice Grafiche Marucelli & Co e, a rimettere a posto, un pezzo alla volta, un muro alla volta, un foglio alla volta quello che era anche lo studio di suo padre, Emilio Tadini.

Per fortuna non l’ha fatto da solo, ma con tutto il sostegno di Melina Scalise. Insieme, giorno dopo giorno, anno dopo anno, hanno inseguito un progetto:

 “Volevamo aprire uno spazio dedicato all’eclettico Emilio, al pittore, allo scrittore, al saggista, al critico, al poeta, al padrespiega Melina, presidente di Spazio TadiniVolevamo fosse tutti gli sguardi e tutti gli interrogativi che Emilio aveva posto e che l’arte potesse raggiungere tutto questo, che il bello si potesse sempre cercare là dove c’era il brutto e che le parole riuscissero a restare solo parole di fronte alle cose della vita. A volte qualcosa è andato storto, a volte abbiamo fatto miracoli, ma senza mai pretendere di essere santi, né maestri. Quest’anno sono dieci anni che esiste Spazio Tadini e ci è sembrato giusto dedicare a Emilio Tadini una mostra particolare che raccontasse di lui, ma, in qualche modo, anche di noi, del nostro modo di tenerlo con noi: Il 900 di Emilio Tadini”.

Coinvolgendo tanti fotografi del gruppo PhotoMilano a raccontare Emilio Tadini per immagini. Qualcuno lo ha fatto attraverso la Casa Museo Spazio Tadini e a suo figlio Francesco Tadini.

Emilio, attraverso Francesco, appare così, sommerso dalle “carte”, felice di immergersi in quel mare immenso di pensieri, parole e disegni che suo padre ha lasciato ecco il ritratto di Gianfranco Bellini.

Poi c’è Anna Limosani che individua figure e miraggi in quella Casa di Loreto, come l’avrebbe chiamata Emilio, dove compaiono Francesco Tadini, Melina Scalise e la danzante Federicapaola Capecchi socia e socia onoraria della Casa Museo.

A cui si aggiunge il “caos” che appartiene a tutte le cose, come lo vedeva Emilio amante dell’anagramma Caos, caso, cosa, che si manifesta nell’interpretazione fotografica di Roberto Longoni.

Afro Fashion Week MYFRO 2018 nella Casa Museo Spazio Tadini

“Un tulipano non combatte per impressionare nessuno. Non combatte per essere diverso da una rosa. Non ne ha bisogno. Perché è diverso. E c’è spazio nel giardino
per ogni fiore” .
Marianne Williamson

La Casa Museo Spazio Tadini, ospita il 24 e il 25 Febbraio dalle 18.30 un appuntamento con la moda e l’arte africana: MYFRO 2018. L’evento si presenta nella cornice della mostra dedicata a Emilio Tadini, Il ‘900 di Emilio Tadini, il quale, come molti artisti del suo secolo fu influenzato molto dall’arte africana.

In una società che appare sempre più multietnica, spesso ci si dimentica di quanto lo sia già stata concettualmente da sempre – spiegano i fondatori della Casa Museo Spazio Tadini, Francesco Tadini e Melina Scalise – per influenze d’arte, culturali e religiose. Un ricchezza per l’evoluzione della specie e del pensiero e che solo l’approfondimento culturale può far emergere in tutta la sua positiva potenzialità”.

Afro Fashion nasce nel 2015 come associazione senza scopo di lucro. Prima nel suo genere in Italia, per il tipo di iniziative dal forte impatto interculturale che intende promuovere,  Afro Fashion propone manifestazioni di moda che vedono la creazione di sfilate dedicate sia alla Haute-couture, sia alla Street-couture, Afro Pop Up Shop, mostre fotografiche, esposizioni, performance di artisti ,
Worksohps, Talk, body painting, afro after party ecc.
Lo scopo principale dell’associazione è quello di creare opportunità per i designers e artisti emergenti, dando loro la possibilità di farsi conoscere da un nuovo pubblico, di penetrare nuovi mercati, di acquisire esperienze e notorietà al livello internazionale; permettendo loro di diventare attori e non più spettatori .

#AFWM2018 MYFRO 
L’associazione Afro Fashion presenta in collaborazione con Couleurs du Monde, Museo d’Arte e Scienza e Casa MuseoSpazio Tadini e con PhotoMilano mediapartner fotografico –  dal 22 al 25 febbraio 2018, la Afro Fashion Week Milano Febbraio 2018 che avrà come tematica MYFRO. Un evento che si terrà in tre locations diverse a seconda delle attività: Museo d’Arte e Scienza , Spazio Tadini- Casa Museo e Byblos Milano e vedrà la partecipazione di designers, hairstylists e artisti emergenti con diverse provenienze ma accomunati nelle loro creazioni da influenze di derivazione africana.
Giorni di sfilate, mostre fotografiche, streetshooting, Pop up shop, Workshop, Red Carpet , Afro aperitivi e di momenti: “Meet your favorite afro Influencer”. In altre parole è l’occasione perfetta per entrare in contatto con il mondo afro e conoscerne le ultime tendenze. La novità di questa edizione è lo spazio dedicato all’arte del capello AFRO con due Hair Fashion shows al rendez-vous durante i quali verranno presentate acconciature studiate e realizzate ad hoc per l’evento.

I brand e gli artisti presentati sono:

Maison Jemann (Camerun) / NatFash (Nigeria) / Urban Fashion Paris (Francia) / ChiBeKa (Togo) / Flixbry Culture (Nigeria) /Anapenda (Italia)/ Amnon Kivity (Israele)

SCARICA calendario afro fashion week milano feb 2018 

Afro Fashion Week Milan catwalk // Exhibitions//Workshops 22 – 25 Febbraio 2018, Milano
Evento realizzato con la collaborazione di: Couleurs du Monde, Mas, Museo di arte e scienza, Casa Museo Spazio Tadini, Anapenda, Afro Italian Souls, Yuna, African Fashion Wear, PhotoMilano, Wacom4u.

 

Emilio Tadini sull’arte africana commentando il lavoro di Pablo Picasso:

“Les Demoiselles d’Avignon” 1907, MoMA, New York

«L’arte negra? Non la conosco!», ebbe a dire Picasso una volta. Si parlava troppo dei suggerimenti formali che potevano essergli derivati dalle statuette negre che in quei tempi passavano nelle mani degli artisti parigini. Effettivamente il discorso era mal posto. Il problema di Picasso non era certo di imitare certi lineamenti esotici per un effetto di gusto nuovo. Le suggestioni dell’arte negra ci furono, ma in profondità. La voga parigina delle statuette negre non era che un episodio minore dell’interesse che parte dell’alta cultura di quel momento portava a manifestazioni d’arte di pensiero primitive, dove il significato della realtà era espresso in tutta una vasta serie di relazioni interiori. L’arte negra poté suggerire a Picasso una ragione profonda di rompere l’immagine reale per renderla più sottilmente espressiva, più intima. L’arte negra non è realistica perché si pone certe funzioni «religiose»: perché vuole rappresentare una oggettività completa, interiore ed esteriore, secondo una certa ideologia. Che ne fosse completamente cosciente o no, Picasso realizzava la sua rivoluzione di fronte alla realtà per motivi analoghi. Una forma agitata dalle emozioni non gli bastava più. Egli voleva costituire una struttura di tutto ciò che si oggettiva sui vari piani dell’essere (fisici e spirituali). In certe stilizzazioni di quei nuovi volti che apparivano nella pittura europea con i suoi quadri potevano restare tracce dei suggerimenti formali dell’arte negra. Ma questa non era che l’indicazione di una ricerca più profonda, perché una nuova magia animasse la figurazione pittorica. ……………

Nel suo periodo detto «analitico» egli non scompone un oggetto per renderlo visibile da tutti i punti di vista. Sostituisce piuttosto ad una sostanza fissa e immutabile dell’oggetto, del reale, una serie di sue apparizioni, di suoi fenomeni. Così un oggetto finisce con l’essere formato da una serie di relazioni: prima di tutto con lo spazio. Con i quadri del cubismo analitico lo spazio non è più un luogo dove certe cose avvengono. È la dimensione stessa dell’accadere. Entra in relazione con l’oggetto: prende parte alla sua stessa forma. La nuova magia dell’immagine che Picasso ha incominciato a cercare nei primi quadri cubisti, con quelle figure simili ad idoli negri, si risolve qui nella immagine di ogni oggetto. “