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Il paesaggio, dialogo tra fotografia e parola

Il 19 maggio alle ore 19 parleremo di Paesaggio, fotografia e Parola con il fotografo, Roberto Besana, il professore Andrea Cerroni, sociologo della conoscenza, insegnante di Tecnoscienza, comunicazione e innovazione a Milano – Bicocca e direttore del master in Comunicazione della scienza e innovazione sostenibile fondato con Pietro Greco (2010), Melina Scalise, psicologa, giornalista, curatore d’arte che ha scritto l’introduzione del volume e selezionato le fotografie per la pubblicazione del libro (Edizioni Topffer). Compra

Il libro è stato pubblicato in omaggio a Pietro Greco, giornalista, scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico, in quanto il lavoro di pubblicazione è stato bruscamente interrotto dalla sua morte. In suo omaggio hanno contribuito con i loro scritti: Francesco Aiello, Ezio Amistadi, Piero Angela, Nicola Armaroli, Marco Armiero, Vasco Ascolini, Silvia Baglioni, Barone Enzo, Silvia Bencivelli, Roberto Besana, Lucio Bianco, Piero Bianucci, Gian Italo Bischi, Francesca Boccaletto, Gianfranco Bologna, Francesca Buoninconti, Marco Buticchi, Lilly Cacace, Valerio Calzolaio, Luca Carra, Marco Ciardi, Lorenzo Ciccarese, Liliana Curcio, Luigi Dei, Alessandro De Rossi, Antonio Ereditato, Michele Fina, Valentina Fortichiari, Marco Fratoddi, Margherita Fronte, Roberta Fulci, Silvano Fuso, Marco Enrico Giacomelli, Angelo Guerraggio, Umberto Guidoni, Sandro Iovine, Francesco Lenci, Ugo Leone, Giuseppe Longo, Roberto Lucchetti, Simona Maggiorelli, Beppe Mecconi, Luca Monti, Marta Morazzoni, Marco Motta, Vincenzo Mulè, Gianfranco Nappi, Piergiorgio Odifreddi, Daniela Palma, Rossella Panarese, Marco Pantaloni, Giovanni Paoloni, Telmo Pievani, Gaspare Polizzi, Cristina Pulcinelli  Nello Rossi, Mario Salomone, Roberto Rosso, Silvestro Serra, Raffaella Simili, Melina Scalise, Settimo Termini, Tiziano Fratus, Leonardo Tunesi, Chiara Valerio, Stefano Zuffi.

Ogni fotografia sul paesaggio è accompagnata da testi diversi che raccontano la relazione tra l’uomo e il paesaggio con competenze e sentimenti differenti.

Dall’introduzione di Melina Scalise

Questo libro di Roberto Besana è un invito ad entrare nei paesaggi fotografici, a emozionarci, a viverli come spazi d’interazione, a raccontarli, svelarli e spiegarli anche oltre gli orizzonti proposti, senza temere di sporgersi dalla “finestra” di una fotografia. Ogni luogo, in fondo, è uno spazio del pensiero, perchè gli stessi pensieri sono percorribili attraverso varie distanze e non riusciremmo mai a immaginarceli o sognarli se rinunciassimo a quell’attaccamento all’immagine che ci lega all’altro sempre, come un figlio alla propria madre, come l’Uomo alla Terra“. (leggi di più)

Scrive in ricordo del suo caro amico Roberto Besana:

“18 dicembre 2020, sul Mattino di Napoli leggo questo titolo: Ischia in lutto, è morto Pietro Greco, giornalista di fama internazionale. Sono stupefatto, costernato, incredulo. Nel pomeriggio del giorno prima ci si confrontava per i testi del libro che state leggendo, stavamo organizzando il futuro che con Pietro non poteva non prevedere incontri, pubblicazioni, convegni, interviste, dialoghi, viaggi in treno … Un operoso futuro che con lui non ci sarà più.

Eppure no, considerato lo spirito che lo contraddistingueva non ci si poteva far sopraffare dal dolore, si doveva continuare a contribuire alla diffusione della conoscenza come lui avrebbe voluto, ed ecco che ho pensato di utilizzare la sua penna come testimone e passarla a 65 amici, colleghi, scienziati, studiosi, letterati, giornalisti che ne prendessero l’eredità, che si sostituissero a lui per completare questa opera di scritti e fotografia.

Onorato, a completa disposizione, sono con voi, non posso non esserci per Pietro, come posso aiutarti? Sono solo alcune delle espressioni che accompagnavano via via le adesioni di quanti troverete con i loro contributi in queste pagine, dimostrando ancora una volta (se ce ne fosse bisogno) quanto sia il suo lascito morale, quanto le persone gli volessero bene e lo stimassero.

Probabilmente non troverete una perfetta successione e coerenza negli argomenti dei testi, così come le fotografie volutamente non hanno omogeneità estetica e rappresentativa perché sono “momenti” del variabilissimo Paesaggio della nostra mente, ma certamente sono 65 stimoli per conoscere, sviluppare pensieri o riflessioni; in linea con l’ecletticità del suo ingegno, cultura, parola e scrittura che mi ha sempre ricordato i migliori “uomini rinascimentali”.

65, nel numero, un tributo all’Uomo, ai suoi anni di vita.

E come non essere onorato di essere qui con voi Autori, voi che avete accettato di prendere il testimone. Vi ringrazio uno per uno, perché senza la vostra disponibilità e passione questa iniziativa non sarebbe stata possibile. Opera che dedico a Gaia e Francesco Greco, perché sappiano mantenere il lascito di un saldo cammino di onestà intellettuale, cultura, apertura agli altri, volontà della condivisione, la signorilità come sentiero da seguire; a Emilia Greco invece la certezza che l’albero di olivo piantato a Ischia a sua memoria sia la metafora della sua vita, radici ben piantate nella terra della competenza, i rami della mente protesi verso la ricerca e portatori del frutto della conoscenza. Amari e difficili questi momenti in cui i ricordi del suo ottimismo si accavallano, ottimismo che lo contraddistingueva e che voleva si avesse sempre.

Grazie Pietro, grazie amico vero!”

Roberto Besana

LIbri: Une Belle vie une belle mort di Riccardo Bononi

Un Iibro di fotografia e un viaggio alla scoperta di un modo di documentare, studiare e conoscere il 5 febbraio 2020 alle ore 19.30 alla Casa Museo Spazio Tadini dove si svolge la mostra di Bononi “Nonostante tutto”. Ingresso gratuito.

L’appuntamento settimanale con la fotografia a Spazio Tadini a cura di PhotoMilano, Di Mercoledì, sarà arricchito dall’apporto di un autore fotografo e antropologo che attraverso i suoi scatti mostra e racconta luoghi e costumi del vivere.

La fotografia Di Barattini: Geometrie Rurali

La mostra fotografica di Stefano Barattini Geometrie Rurali che inaugura il 24 gennaio alla Casa Museo Spazio Tadini di Milano vi stupirà perchè vi proporrà il paesaggio visto da una nuova distanza, quella giusta per trasformarlo in segno, in significato, in un linguaggio che non avete mai visto.

Stefano Barattini Geometrie rurali – La distanza della bellezza a PhotoMilano / Spazio Tadini dal 24 gennaio al 22 febbraio 2020; a cura di Francesco Tadini, Melina Scalise, Federicapaola Capecchi. Inaugurazione venerdì 24 gennaio dalle ore 18.30 (Spazio Tadini via Niccolò Jommelli, 24). Ingresso libero. Orari: da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19.30. Domenica pomeriggio aperti su prenotazione, per gruppi di almeno 4 persone.

Stefano Barattini

Testo di Francesco Tadini:
“Stefano Barattini – La distanza della bellezza”

Avvicinandomi a un oggetto complesso posso esaminare le sue componenti. Se me ne allontano conosco la totalità della sua forma. Ma un oggetto – qualunque oggetto – non si da nello spazio se non in relazione ad altri oggetti. Ed è, ancora, da una certa distanza che posso conoscere il territorio (lo spazio misurabile) di tali oggetti.

Il metodo non cambia molto se prendo in considerazione un accadimento (anche minuscolo): vivendolo al presente ne sono testimone diretto. Prendendolo in esame in seguito – a una minima distanza temporale – conoscerò quello che non ho vissuto dal mio limitato punto di esperienza e che riguarda la totalità dell’accadimento. Ma è solo ad una distanza superiore che sarò in grado di conoscere le premesse e le relazioni di quell’accadimento con altri “eventi storici”.

Stefano Barattini

La Geometria e la Storia dipendono dalle distanze. E dal nitore – riconoscibilità – delle loro fonti. Chi se ne occupa lo sa. E sa far luce, sulle relazioni che prende in esame, aprendo allo sguardo un campo visivo, per così dire, mobile. Allacciando nessi e inquadrando problemi.

Stefano Barattini, fotograficamente, mette in atto una ricerca molto vicina a queste e lo fa quando si occupa di aree industriali abbandonate così come – in queste foto di eclatante bellezza – di campagne coltivate.

Con le serie fotografiche dedicate alle aree industriali in disuso, Barattini ha esplorato una sorta di mondo parallelo a quello del tempo presente, regalandoci grandi immagini che evocano altre epoche produttive e, non di meno, la capacità della Natura di riprendere – in misure variabili – possesso di un territorio dal quale sembrava relegata a “distanza di sicurezza”.

Con la mostra “La distanza della bellezza” il fotografo apre un campo d’indagine – di inedita modernità – utilizzando i droni. Pur ricordando che la fotografia aerea ha più di un secolo, la novità sta nell’unione del mezzo con l’autore. Il drone non è pilotato da terzi, con i quali l’autore delle immagini debba comunicare. L’occhio del drone è mosso dalle mani stesse del fotografo. E’ prolunga tecnologica della sua capacità di osservare e catturare la realtà. E’ un obiettivo fotografico a tutti gli effetti.

Stefano Barattini

La capacità e la qualità autoriale di Stefano Barattini emerge clamorosamente dalle fotografie per due ragioni complementari (e assenti nelle quasi totalità delle fotografie in circolazione realizzate con i droni). La prima è di carattere culturale ed è legata ai sui studi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. La seconda, decisiva, alla misura estetica che gli impone di escludere da ogni opera ciò che non è strettamente necessario al discorso. Un millimetro in più sarebbe decorativo e ridondante. Un millimetro in meno insufficiente a reggere la grammatica di questo linguaggio d’immagine.

L’altezza di sorvolo fa l’inquadratura, non meno di quanto le distanze tra gli oggetti rappresentati facciano l’opera. L’occhio del drone-fotografo cattura geometrie che si formano quando si perde il valore d’uso dei campi (il dettaglio delle specie agrarie) e non si è ancora “formato” il paesaggio indistinto delle macchie di colore utile solo a stupire, ma non a conoscere. Barattini riesce nel doppio intento di creare una documentazione precisa delle forme istituite dal lavoro agricolo e di attuare quella piccola magia linguistica di trasfigurazione del reale propria dell’Arte.

Avvicinandovi alle opere di Stefano Barattini potrete misurare una variante nuova – e distanze … e proporzioni! – di quella specie vivente che chiamiamo Bellezza.

Biografia Stefano Barattini