profughi a spazio tadini: Marina Carboni

Ellis Island, Immigration Museum di New York. Chi lo ha visitato, riconosce. Queste poche valige descritte nel mio quadro, si moltiplicano nella realtà di allora e di oggi. Cumuli di bagagli abbandonati, ricchi di poche cose e di tutto per chi le possedeva. Ora sono lì, inaccessibili e protette da bacheche di vetro, testimoni di chi è sparito senza un perché senza poterle più recuperare, forse morendo oppure no ma certo scomparendo. Ieri come oggi. Ieri noi, italiani, oggi voi, mai solo “gli altri”. C’era una volta l’America e l’America è diventata il nome simbolo di ogni luogo che ci può far sperare una vita migliore. E’ un quadro con poco colore. Avrei voluto poter raggiungere un risultato valido con un’immagine esclusivamente in bianco e nero come le fotografie di allora ma il colore, anche se scarso e misurato, è entrato in punta di piedi e si è rivelato indispensabile.

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