SPAZIO CORPO E POTERE
Pigs operazione finale: del maiale non si butta via niente
sabato 14 gennaio 2012, ore 21, il secondo appuntamento della stagione è con lo spettacolo Pigs, operazione finale: del maiale non si butta via niente di e con Maurizio Argàn
Protagonista del ciclo di spettacoli legati a Spazio, corpo e potere è la magistrale prova d’attore di Maurizio Argàn.
di e con Maurizio Argàn
partecipazione in voce Mario Pesoli
collaborazione al progetto amos lazzarini, alessandro carli, nicola eboli, teresio troll
video antonio scardino – mauro baratti
costumi simonetta galassi
ufficio stampa e foto di scena alessandro carli
Con PIGS tentiamo di affrontare il tema della depressione troppo spesso scambiata e curata come malattia mentale. La depressione è una patologia dell’umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, compartimentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di mininuire in maniera da lieve a grave il tono dell’umore, compromettendo il ‘funzionamento’ di una persona, nonchè le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. La depressione non è quindi, come spesso ritenuto, un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno. La depressione è associata ad ideazioni di tipo suicida o autolesionista, e quasi sempre si accompagna a deficit dell’attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari, estrema ed immotivata prostrazione. La depressione è quello stato psicofisico in cui non hai voglia di esistere, è quello stato in cui tutto ti costa fatica anche il pù semplice dei gesti.
Pigs è un gradito e desiderato ritorno a Spazio Tadini, dove è stato, a giugno scorso, con la fase precedente dello spettacolo, Pigs, seconda operazione: la salatura, per la prima volta a Milano.
Maurizio Argàn sarà ospite del ciclo di spettacoli di Spazio Tadini anche con un secondo spettacolo, A_MANTIDE, in anteprima nazionale, il 27 ottobre 2012.
Recensione di Rita Rocchetti :CESENA
[“Una magistrale prova d’attore quella di Maurizio Argan, autore e regista di Pigs, in scena sabato scorso a San Martino in Fiume, all’interno della rassegna “Play in a box”. Non un copione da recitare il suo, ma un’esperienza dalle tinte forti raccontata anima e corpo, per arrivare, dritta come una sciabolata, al cuore dello spettatore. Pigs è un monologo sul tema scabroso della depressione, quel pozzo buio da cui si vorrebbe stare alla larga, quell’abisso incontrollabile che solo a parlarne ti toglie il respiro e si vorrebbe scappare, fuggire lontano. Il depresso è la persona che se la conosci la eviti, perché ti contamina, ti mette a disagio, ti porta davanti ai tuoi fantasmi, è lo specchio deformante che non vuoi vedere. Invece sabato sera l’abbiamo visto tutti, ma non siamo scappati, anzi saremmo rimasti ancora un po’ a farci contaminare dall’intensità delle parole, dalla musicalità di quella voce rauca e a volte sibilata, dall’imponenza di quel corpo nudo quasi e perciò esposto, indifeso. Provateci voi a presentarvi in pubblico indossando solo un paio di vecchie mutande color carne, stivali di gomma a fiori e una bislacca parrucca rosa shocking. Se poi la silhouette non è precisamente palestrata, quasi inevitabile cadere nel ridicolo. Argan, con tutta la sua corporalità debordante, suscita invece rispetto e inquietudine. Perché ti trasporta nel suo mondo, nella sua solitudine, vissuta con quell’insopportabile peso sulle spalle che avvolge anche te, ma non ti schiaccia perché la sapienza d’attore trasfigura poeticamente un testo duro, lancinante, ma che è anche un grido alla vita, un atto di ribellione e allo stesso tempo un forte j’accuse contro lo sfruttamento della depressione, puntando il dito, in primis contro il mondo della medicina e dell’industria farmaceutica, per i quali il malato è come il maiale: “non si butta via niente”. E allora due maialini di plastica sono gli unici ad accompagnare Argan nel suo lirico viaggio dentro “il porto degli uomini perduti”, dentro un tempo fatto di malessere, disgusto, medicine e ricordi di quando lei non c’era, “la puttana maledetta che ti ruba l’anima… niente è andato come doveva”.]
Per Spazio, Corpo e Potere Ciclo Interviste vedi comunicato stampa
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