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Arte e matematica: incontro con Tobia Ravà e Angelo Lissoni

Spirito Dell'Arco, Tobia Ravà a Spazio Tadini
Spirito Dell’Arco, Tobia Ravà a Spazio Tadini

Mercoledì 15 febbraio alle ore 18.30 a Spazio Tadini Casa Museo
“Calcoli trascendentali, tra arte e matematica”
Incontro con l’artista Tobia Ravà e con Angelo Lissoni professore di matematica alla Università Statale di Milano e presidente di Kangourou Italia

Già da metà degli anni novanta Tobia Ravà nella sua ricerca artistica iniziò a lavorare con quel percorso della lingua ebraica che viene chiamato ghematrià ovvero la corrispondenza tra lettera e numero delle parole ebraiche che fanno del testo biblico anche un testo matematico; ciò avvenne in maniera consequenziale al fatto di essersi accostato alla Kabbalah Luriana, caldamente consigliata all’artista da Umberto Eco, con il quale aveva svolto parte della tesi di laurea in semiologia delle arti sull’interdizione visiva all’Università di Bologna.
Le ventidue lettere dell’ alfabeto ebraico corrispondono ad altrettanti numeri, le prime nove alle unità poi le decine e le ultime 4 alle prime centinaia, spesso vengono accostate anche le lettere finali che in quattro casi si scrivono in modo diverso e si possono calcolare come diversi valori.

bosco-cisalpino-Tobia Ravà a Spazio Tadini
bosco-cisalpino-Tobia Ravà a Spazio Tadini

È incredibile ma è tangibile come la ghematrià faccia parte di un percorso sia esoterico che essoterico e pur facendo anche parte della Kabbalah quindi dell’ermeneutica mistica ha determinato nei secoli un percorso estremamente razionale, la conoscenza del quale ha portato fisici, matematici e scienziati di ogni specie ad avere una marcia in più nelle loro ricerche.

Il rapporto tra arte e matematica nelle opere di Tobia Ravà si concretizza poi in diversi rapporti di collaborazione con Piergiorgio Odifreddi e Bruno D’Amore grandi divulgatori del pensiero matematico, con Federico Giudiceandrea che tra l’altro ha poi “provato” la “Congettura di Ravà” e con Angelo Lissoni presidente di Kangourou Italia, Associazione culturale che organizza per le scuole competizioni di Matematica e di Lingua Inglese che sono inserite nell’Albo delle Eccellenze del MIUR.

Tanka giapponesi e italiani – Cinquanta foglie

Spazio Tadini mercoledì 8 febbraio 2017 alle ore 18.30 Paolo Lagazzi, saggista, scrittore e tra i maggiori esperti di poesia nel panorama letterario nazionale presenta in anteprima assoluta il suo ultimo libro: Cinquanta foglie (五十枚の葉) : Tanka giapponesi e italiani in dialogo – casa editrice Moretti e Vitali (ingresso libero).

cop-lagazzi-662-8-1L’autore, ispirandosi a quell’antico cerimoniale per cui il tanka era veicolo di messaggi amorosi, o di scambi di pensieri tra amici nel libro raccoglie venticinque tanka giapponesi recenti proposti a venticinque poeti italiani invitandoli a rispondere con un loro tanka. Un vero e proprio dialogo.

LA MOSTRA

La presentazione del libro sarà accompagnata da una mostra di opere di Satoshi Hirose e Daniela Tomerini dall’8 al 19 febbraio .opera di daniela-tomerini-e satoshi_hirosefoglie

Anch’essa un dialogo tra un artista giapponese e un’artista italiana.  Secondo Paolo Lagazzi la libertà intima della poesia è la via più vera per ritrovare ciò che unisce gli uomini, ciò che li fa sentire, anche nei momenti più oscuri della storia, partecipi della stessa magia, dello stesso mistero del mondo.

Alla serata inaugurale, ad ingresso gratuito, parteciperanno, insieme al curatore, Yasuko Tatsumura (traduttrice), Alberto Moro (presidente dell’Associazione Culturale “Giappone in Italia”), i poeti Giancarlo Consonni, Adele Desideri, Umberto Fiori, Tomaso Kemeny e il maestro zen Fausto Taiten Guareschi.

Durante la serata brani di musica giapponese saranno interpretati all’arpa da Floraleda Sacchi.

LA CONFERENZA SULLA POESIA GIAPPONESE

Paolo Lagazzi a Spazio Tadini
Paolo Lagazzi

Come appendice di questo evento, sabato 11 febbraio, a partire dalle ore 18, Paolo Lagazzi terrà presso lo Spazio Tadini una conferenza sulla poesia giapponese antica e moderna. (ingresso 5 euro)

Stralcio dal libro Cinquanta foglie: Tanka giapponesi e italiani in dialogo – casa editrice Moretti e Vitali :

“Ciò che più mi affascina del tanka è la plasticità, il carattere
insieme sciolto e concreto, la schietta vocazione metamorfica. Se,
da un lato, ha resistito nei secoli senza modificare il suo impianto
metrico, dall’altro si è dischiuso ai contenuti più disparati, da quelli
tipicamente “cortesi” (l’amore e la natura, le galanterie, i sospiri,
le lacrime, le lune, i fiori di ciliegio, le brezze che increspano i momenti…) fino a quelli peculiari dei tempi moderni (treni, metropoli, luci artificiali, malattie o ansie di nuovo genere…) scivolando in souplesse attraverso le innumerevoli pieghe dell’umana esperienza, nutrendosi di tutto e spostandosi senza tregua verso altre prospettive, occasioni, visioni.
Mentre lo haiku richiede un esercizio tagliente, vertiginoso dello
sguardo che solo, forse, chi si sia nutrito in modo radicale dell’insegnamento zen può liberare dal fondo del suo essere, il tanka si offre alla pratica artigiana dei poeti come uno strumento duttile,
come un oggetto agile e discreto. Rispetto alla brevità lirica, assoluta
e fiammante dello haiku, il tanka porta in sé un germe narrativo o
discorsivo, è sensibile a temi che sono, in nuce, racconti, ma, come
10 un ventaglio aperto e subito richiuso, li contiene in uno stringato e vibrante intarsio contrappuntistico, in un disegno circoscritto, allusivo. Proprio per questa sua natura disponibile al dialogo e insieme protetta dagli dèi della forma, al tanka fu, per molto tempo, affidato il compito di messaggero, di confidente, di postino dell’anima”.

IL TANKA

Il tanka è una forma lirica giapponese molto antica, precedente il celebre haiku di tre versi; il suo ruolo-chiave nella storia della poesia nipponica comincia nell’ottavo secolo d.C. (allora si chiamava waka) e si protrae fino ai nostri giorni. La struttura metrica del tanka è di cinque versi privi di rime: quinario / settenario / quinario / settenario / settenario.

Si legge nel libro  Cinquanta foglie: Tanka giapponesi e italiani in dialogo – casa editrice Moretti e Vitali

“il tanka fu per secoli inteso come la forma lirica per eccellenza del
Sol Levante, tanto da essere battezzato in un primo tempo waka,
che significa semplicemente “poesia giapponese” (il termine tanka,
“poesia breve”, sarebbe stato introdotto solo nella modernità).
A partire dal Man’yoshu, la “Raccolta di diecimila foglie” (mitica,
vastissima antologia realizzata nell’ottavo secolo dopo Cristo), e
poi attraverso le ventuno antologie allestite per ordine imperiale, il
tanka si impose rispetto ad altre forme metriche in quanto strumento
asciutto e flessibile per rêveries innervate dallo spirito dell’allusione,
dal piacere dell’evocazione rapida e palpitante, dal gusto
leggero della toccata e fuga delle immagini. Soltanto assai più tardi
dal tanka si sarebbe staccato, come per un processo di gemmazione
o per un bisogno di condensazione lirica portato al grado estremo
d’incandescenza, lo haiku di tre versi (quinario, settenario, quinario);
ma questa è un’altra storia, una storia che è già stata raccontata
molte volte e che qui non ripeterò”.

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Uomini nell’erba alta – mostra di Mattia di Rosa

Mostre Milano: Spazio Tadini ospita la mostra curata da Exfabbricadellebambole di Mattia di Rosa

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Uomini nell’erba alta

dal 13 Gennaio al 5 Febbraio 2017

Inaugurazione, Venerdì 13 Gennaio 2017, ore 18.30

 

L’associazione culturale exfabbricadellebambole, che da anni collabora con lo Spazio Tadini, apre il nuovo anno con una mostra personale dell’artista Mattia Di Rosa. La mostra propone gli ultimi lavori dell’artista di Massa Carrara: opere di vario formato su tavola e la creazione di una wunderkammer.

Scrive di questa mostra Luca Rendina, direttore artistico di exfabbricadellebambole

Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo, possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza. Milan Kundera

Uomini nell’erba alta è una mostra sulla leggerezza, una scelta creativa per poter parlare in punta di piedi di cose importanti, introspettive, ma con un atteggiamento che consente di farci scoprire i nostri piccoli spostamenti del cuore, proponendo come chiave di lettura la bellezza della complessità interiore.

Sono lavori che traggono forza nel piacere della visione e dell’ascolto, come se ci trovassimo al cospetto di una improvvisazione musicale dove il suono si crea nell’attimo stesso dell’ascolto.

Queste invenzioni pittoriche così sensibili al suono ci portano ad attraversare il nostro mondo dei sentimenti in consapevole leggerezza.

Ironia, senso del ritmo, silenzi, pause, riff di chitarre elettriche sono tutti elementi che portano lo spettatore a guardare il mondo in modo diverso.

È una pittura luminosa, di quella luce che si vede poche volte, in certi giorni, in certi luoghi.

È una pittura dal tocco lieve, ma deciso dove immaginazione e racconto trovano pace negli stati d’animo più profondi.

Si potrebbe pensare che l’opera di Mattia proponga una visione che escluda le complessità dell’essere, invece apre scenari incredibili di piccoli fatti interiori dove le storie diventano assurde e paradossali e per questo più vere.

Luca Rendina

 

Mattia Di Rosa (Carrara 1969) ha studiato Architettura all’Università di Firenze. Dopo aver disegnato alcuni oggetti per la ditta Alessi decide di dedicarsi esclusivamente alla ricerca d’arte svincolata dalla produzione industriale. Si considera uno sperimentatore e ricercatore il cui strumento principale è il disegno – supponendo quindi che tutto si possa disegnare anche se tutto è invisibile o assurdo.

“Uomini nell’erba alta”, Mostra personale di Mattia Di Rosa

A cura di exfabbricadellebambole

Presso Casa Museo Spazio Tadini – via Niccolò Jommelli, 24 – Milano

dal 13 Gennaio al 5 Febbraio 2017

Inaugurazione, Venerdì 13 Gennaio 2017, ore 18.30

 

Orari della mostra:

mattina: su appuntamento

pomeriggio: dal mercoledì al sabato dalle 15.30 alle 20.30

domenica dalle 15.30 alle 18.30

INGRESSO LIBERO

Per appuntamenti tel 02 2611 0481

Per maggiori informazioni

tel 377 1902076 – email exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com

 

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