Mostra fotografica di Andrea Brera

SCAMPIA ieri, oggi … e domani?

Fotoreportage di Andrea Brera

Scampia Italia mostra

Dal 19 aprile al 7 maggio 2011

INAUGURAZIONE MARTEDI 19 APRILE ore 18 2011

Spazio Tadini partecipa alle iniziative di Scampia Italia, l’altra faccia di Gomorra curate da Gaetano Ievolella, Associazione Culturale Balrog e ospita la mostra fotografica di Andrea Brera.

Un reportage fotografico che porta dritti al cuore di Scampia, nelle viscere delle “vele”. Un luogo surreale, regno di un’entità vorace che pare avere sorbito tutto da ogni cosa, lasciando solo ossa e brandelli. Eppure in questo luogo si vive: si nasce in case abitate abusivamente, si cresce in luoghi fatiscenti, a braccetto con la delinquenza di strada e quella organizzata, e si muore. Di droga o ammazzati, raramente di vecchiaia.

“Quando sono arrivato alle Vele di Scampia, la prima cosa che mi è venuta in mente, è la frase con cui inizia l’Inferno di Dante <… lasciate ogni speranza voi che entrate …>” Andrea Brera

Le fotografie di Andrea Brera, con la loro attenzione al dettaglio così come alla visione periferica dell’occhio, amplificano i luoghi, l’oblio, i movimenti dei bambini, la “speranza?”, la camorra, la droga, un paesaggio umano inaccettabile, per chi lo vive tanto quanto per chi ne consente l’esistenza.

Guardando le fotografie, a colpo d’occhio, si elaborano subito diverse informazioni, in contemporanea, della realtà di Scampia, poi, istintivamente, viene da muovere rapidamente gli occhi alla ricerca di ogni singolo particolare che possa meglio spiegare, spiegarci. È allora che si colgono anche frammenti di cicche, aghi, vetri, macerie, munnezza, disumanità, desolazione, minuscoli, ai limiti del campo visivo. È in quel momento che si vedono chiaramente gli oggetti in movimento, come se anche chi guarda potesse improvvisamente muoversi in questa parte di mondo così vicina e così lontana dalle quotidiane attenzioni e preoccupazioni. Come se anche chi guarda le fotografie potesse essere e vedere con i propri occhi, lì, sul posto.

Camminare per sottopassaggi bui imprigionati da reti metalliche, non avere campetti di calcio, anche improvvisati, ma solo tubi arrugginiti con cui giocare, trascorrere giornate in mezzo ad una strada, unica possibilità e passatempo, muoversi tra panni appesi da un lato e un morto ammazzato del bar di fronte, nutrirsi di rabbia, assenza, indossare un jeans taroccato e pensare che la droga, forse, è l’unica cosa che resta.

“La cosa che più mi ha colpito, sono le scritte sui muri dei piani interrati che riportano passi della Bibbia. Parola cui sono appese le speranze di chi, attraverso messaggi a Dio, cerca di esorcizzare la propria disperazione. Come non mai mi sono reso conto di quanto vedere aiuti a comprendere” Andrea Brera

Il reportage fotografico di Andrea Brera ha avuto una piccola anteprima nel 2009, in concomitanza con l’inchiesta di Cesare Giuzzi e Andrea Galli per il Corriere della Sera sul cosidetto “ghetto di Milano”, oggi, nella forma di mostra abbinata a due settimane di arte, cultura, spettacolo e dibattiti interamente dedicati al quartiere-ghetto di Napoli rafforza la sua intrinseca speranza e richiesta di non far finta che tutto ciò non ci riguardi.

Le foto
“Le vele” di Scampia sono abitazioni costruite tra il 1962 e il 1975. Facevano parte di un progetto abitativo di larghe vedute. L’idea prevedeva grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità modello. Varie cause hanno portato a quello che oggi viene definito un ghetto. In primis il terremoto del 1980, che portò molte famiglie rimaste senza tetto, ad occupare più o meno abusivamente gli alloggi delle vele: questo fece sì che varie culture si intrecciarono e come talvolta succede, a prevalere furono abusivismo e illegalità. La situazione ha allontanato sempre di più una parte della popolazione, lasciando campo libero alla delinquenza. Il risultato di questo “grande progetto” è oggi sotto gli occhi di tutti. Aver avuto la possibilità di entrarci, anche se per poco tempo, è stato molto istruttivo. Era il 2008. Mi sono accorto quanto vedere ed ascoltare le voci di chi vive in quei luoghi, aiuti a comprendere. Attraverso le immagini ho provato a far sì che di questa porzione di Italia ne rimanga traccia.

Andrea Brera

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